Sembra non trovare pace l'esperimento politico di Sinistra e libertà, ora ribattezzata "Sinistra ecologia e Libertà". Domenica scorsa Nichi Vendola a Roma è stato eletto portavoce del movimento (e nelle intenzioni futuro partito), e per l'occasione è stato battezzato il nuovo simbolo. Niente di male, se non fosse che è il terzo nel giro di un anno. Cosa che ha urtato, e neanche poco, i militanti della formazione di sinistra "radicale ma di governo". Basta farsi un giro sul sito ufficiale sinistraeliberta.eu (fino a poche settimane fa il sito ufficiale era un altro, cambiato anche quello in fretta e furia causa la defezione dei socialisti).
Insomma, nella storia travagliata del simbolo del (futuro) partito di Vendola e compagni è racchiusa tutta la altrettanta travagliata storia dello stesso movimento e di tutto quello che si muove a sinistra del Pd in generale: scissioni, proclami di unità, ancora scissioni, porte sbattute, proposte, costituenti, assemblee e congressi al veleno, cambi di rotta e accuse tra compagni, quelli troppo comunisti, quelli troppo socialisti, quelli riformisti e quelli ecologisti. Una vera telenovela.
SeL infatti nasce dall'unione di chi si era scisso, e non è un gioco di parole. Gli ex Rifondazione di Vendola, gli ex Ds di Mussi e Fava, gli ex PdCI di Guidoni e Katia Belillo, più i Verdi e il Partito socialista. La prima tappa furono le elezioni europee dello scorso giugno: c'era da superare l'asticella del 4%, arrivò un 3,1%. Neanche male per un nuovo progetto politico nato da pochi mesi e fondato sul compromesso: gli eventuali eletti sarebbero andati a sedersi in banchi diversi a seconda della provenienza, o nel Pse, o nel Gue (la sinistra radicale) o tra i Verdi europei.
Ma, fallito il ritorno in Parlamento (anche se europeo), sono cominciati i mugugni. E così prima se ne sono andati i Verdi che, riuniti in congresso, avevano eletto segretario Angelo Bonelli, uno che del progetto unitario non ne voleva sapere da tempo e che ha ritirato le truppe. Non tutti erano d'accordo e così, anche lì, epurazioni: via la vecchia portavoce Grazia Francescato e con lei l'ex sottosegretario Paolo Cento, detto "Er Piotta", perché loro, invece, in SeL ci credevano ancora. Dopo hanno detto addio anche i socialisti di Nencini, che nel frattempo avevano ripreso il vecchio e glorioso (chissà se fortunato) nome: Psi. Socialisti che, per chiudere in bellezza, si erano portati via anche le chiavi del sito sinistraeliberta.it dopo la burrascosa riunione di addio con gli altri. Adesso compare la scritta "portale in manutenzione". Ogni addio, naturalmente, ha comportato il cambio del simbolo, causa rischio di battaglie notarili. Ora si avvicinano le elezioni regionali, e quelli di Sinistra ecologia e Libertà vogliono dormire sonni tranquilli, almeno da quel versante. Anche se la paura di un altro militante non è da sottovalutare: "Quante bandiere diverse dovremo comprare da qui a fine 2010?".