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Scelta Civica per l'Italia - il sito di zon@ venerd́



Scelta Civica dopo il deludente risultato delle elezioni in cui è arrivata a un deludente 0,71% della lista Scelta Europea, in cui tra l'altro erano contenuti anche Centro Democratico e Fare. La prima conseguenza sono le dimissioni del segretario Stefania Giannini. Adesso il movimento devecapire cosa fare e la cosa più provabile pare quella di fondersi con qualcun'altro. Stefania Giannini, Andrea Romano, Gianluca Susta e Linda Lanzillotta protendono per una confluenza nel Pd di Renzi. Ma sono ben di più (tre quarti del partito) coloro che pensano a una convergenza con il Nuovo Centrodestra di Alfano, che a sua volta pensa a una possibile fusione con l'Udc di Casini.

Mario Monti ha dichiarato: "Nel finire del 2012 ho chiesto a Bersani se era disposto a fare un Pd non preda di Fassina e della Cgil e mi disse di no. Allora sentii il dovere di fare Scelta Civica". Monti ricostruisce così la nascita del suo partito, capace di ottenere "tre milioni di voti con uno sforzo di soli 50 giorni e senza soldi" alle Politiche del 2013 e perderli quasi tutti alle Europee l'anno successivo, dove ha raccolto solo 196mila preferenze. "Se Renzi avesse vinto le primarie contro Bersani nel 2012 Scelta civica non sarebbe nata". Ma la storia è andata diversamente e nella ricostruzione di Monti non c'è spazio per rimpianti: "Sono molto contento del risultato delle Politiche, che ha trasformato l'Italia e l'ha tenuta su una linea europeistica e di avanzamento delle riforme, come non sarebbe successo se avesse vinto Berlusconi o un Pd condizionato dalla Cgil o da Fassina", dichiara l'ex premier. Sul collocamento alle europee avevo dato un altro suggerimento, non è stato seguito e a maggior ragione mi astengo oggi dal dare suggerimenti".

Linda Lanzillotta. Credo che la Scelta Civica che nelle politiche del 2013 aveva ottenuto il 9% dei voti è finita nel momento in cui Monti l’ha abbandonata. È finito il progetto che si era costruito intorno alla sua figura e alla sua agenda per il cambiamento. Finito quel progetto originario c’era uno spazio politico che era quello di una forza liberaldemocratica, lo spazio che oggi, dopo questo voto, appare totalmente conquistato da Matteo Renzi che è riuscito a realizzare quella vocazione maggioritaria del Pd che non era riuscita a Veltroni prima e a Bersani dopo. Per Scelta Civica questo è un risultato severo. Dobbiamo valutare cosa fare adesso anche a fronte della nostra nutrita pattuglia parlamentare. Ritengo infatti che la legislatura andrà comunque avanti e quindi Sc continuerà ad operare in Parlamento. L’errore è stato anche, a mio avviso, il modo in cui Scelta Civica si è presentata alle elezioni con una composizione molto “assortita” che è risultata davvero poco riconoscibile ed attraente per l’elettorato. È una fase difficile che esamineremo nei prossimi giorni per valutare il da farsi.

Matteo Renzi su Scelta Civica: “Non facciamo campagna acquisti ma dobbiamo essere disponibili a riflettere immaginando che l’orizzonte della magistratura sia quello del 2018″. Dopo lo scioglimento di Scelta civica, ridotta allo 0,7% di Scelta europea, infatti, per gli esodati montiani si configura un’unica meta: il Pd. Se da un lato infatti c’è chi è pronto per una fusione con il Pd, dall’altro c’è chi, come Alberto Bombassei, Andrea Causin e Gianfranco Librandi, preferirebbe un accordo con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano.

Ma Renzi per il suo “Pd allargato” non guarda solo ai naufraghi di Scelta civica. Potrebbero infatti cedere alle lusinghe del premier anche i fuoriusciti M5S e ai deputati Sel. Si potrebbe venire a creare dunque quella che Civati ha definito “l’area del nuovo centrosinistra”. Ma Vendola frena: “Una sinistra di governo non è una sinistra nel governo”. I prossimi giorni potrebbero quindi riservare grosse sorprese per quanto riguarda le fusioni e le alleanze.

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