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Mario Monti lascia Scelta civica. L’aveva già paventato (o minacciato, chissà) tempo fa, chiedendo e di fatto ottenendo la testa del coordinatore Andrea Olivero. Ora però fa sul serio. ”Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica – fa sapere -. La presidenza verrà assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all’attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani lascerò il gruppo Sc del Senato e chiederò l’iscrizione al gruppo misto”. Alla base della scelta del senatore a vita, in particolare, ci sarebbe il disaccordo, a quanto pare insostenibile, con l’attuale ministro della Difesa Mario Mauro e il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: la situazione, in particolare, si sarebbe acuita dopo la presentazione del disegno di legge di stabilità da parte del governo Letta.

E’ lo stesso Monti a spiegare che in un primo tempo lui, come presidente di Scelta civica, aveva commentato la legge di stabilità (dopo le consultazioni con vari esponenti del partito) come “soddisfacente quanto al rispetto dei vincoli europei, timido per quanto riguarda la riduzione delle tasse, insoddisfacente per quanto riguarda l’orientamento alla crescita”, richiamando proposte che Scelta civica aveva inoltrato al governo. Il problema, però, sarebbe venuto dalla dichiarazione che oggi hanno rilasciato undici senatori di Scelta Civica (Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D’Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi) che direbbe molto poco sul ddl (“Un primo passo nella giusta direzione”) ma nasconderebbe altro: “Vi è un quid specifico, di rilievo politico – nota Monti – che permea la dichiarazione, unisce le posizioni tenute di recente dai undici firmatari e le connette ad un altro senatore di Sc”, ossia Mario Mauro.

Il problema, dunque, sarebbe lui, che in questi giorni “è venuto preconizzando, da un lato, una linea di appoggio incondizionato al Governo, posizione legittima ma che non è la linea di Sc; dall’altro – continua il senatore a vita – il superamento di Sc in un soggetto politico dai contorni indefiniti ma, a quanto è dato capire, aperto anche a forze caratterizzate da valori, visioni e prassi di governo inconciliabili con i valori, la visione e lo stile di governo per i quali Scelta Civica è nata“. E, sottolinea Monti, per i quali lui si è impegnato e ha messo il nome, a partire dall’agenda che i candidati hanno condiviso per entrare o tornare in Parlamento. “Non posso non intendere la dichiarazione degli ‘undici piu’ uno’ senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti. Ne prendo atto. Rassegno le dimissioni da presidente di Scelta Civica. Nella mia veste di senatore a vita – conclude Monti – non verrà meno il mio impegno per contribuire all’affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l’Italia continueranno a battersi”.

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