Ritocca il simbolo (via le api, il fiore di arancio che tanto assomiglia ad una margherita che sale in primo piano, il nome del partito in bella vista per non sbagliare in caso di debutto sulle schede elettorali) e arruola Enrico Boselli, per tanti anni leader dei socialisti rimasti nel centrosinistra dopo la diaspora Psi e da oltre due anni lontano dalla vita politica attiva. Francesco Rutelli, in una confrenza stampa alla Camera, annuncia la doppia novità di Alleanza per l'Italia in vista delle prossime amministrative e della necessità di "essere comunque pronti per un simbolo adatto alle competzioni elettorali, qualora ci fossero anche altre elezioni oltre quelle amministrative".
Rutelli e Boselli, fianco a fianco in sala stampa Camera, spiegano che il mix laico-cattolico che l'approdo di ex socialisti in Api sintetizza al meglio altro non è che un modello e un prototipo di "sintesi alta" che lo stesso terzo Polo, da Fini e Casini, un giorno in Italia potrà rappresentare. Una sintesi e non una contrapposizione che lo stesso incarico che Rutelli annuncia per Boselli ne misura il peso: sarà uno dei Vicepresidenti di Api.
"Boselli - dice Rutelli- rappresenta con la sua storia una tradizione riformista democratica moderna. Insieme abbiamo combattutto per anni senza successo per un approdo inq eusto senso del versante di centrosinistra. Ora insieme lavoreremo per l'affermazione del nuovo polo al centro e nella cuore della politica di questo Paese. La sua decisione di tornare a fare politica con Api, dopo la scelta di grande coraggio e dignità di due anni di silenzio e assenza dalla ribalta politica, sono certo sarà una forte attrazione per molte nuove adesioni".
"Ho accettato l'invito di Rutelli - spiega Boselli- dopo una riflessione personale profonda. In questi 17 anni di bipolarismo entrambi i poli che lo hanno rappresentato hanno fallito: sul fronte della stabilità non garantita e delle riforme mai fatte di cui tutti sappiamo il Paese avere assoluto bisogno. E'questo che la nascita del nuovo Polo intende far e a cui intendo dare una mano". Senza imbarazzi nè timori, per il leader di tante battaglia di laicità forte da lui guidate alla testa dei socialisti, per scegliere ora l'alleanza con l'Udc. "Faremo sintesi e comunque - dice- forse una delle poche cose buone di questi ultimi anni di vita politica è stato il definitivo superamento della contrapposizione fra laici e cattolici".