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Partito Democratico - il sito di zon@ venerd́



Onorevole Turco, qual è il compito del congresso del Pd? Che cosa si aspetta.
Mi aspetto innanzitutto che venga colmato quel vuoto createsi dalla sua nascita, e cioè l'assenza di una discussione politica chiara sui fondamenti. Veltroni ha definito la piattaforma di Bersani "dentro l'evoluzione del Pci-Pds-Ds". Mi sembra una lettura di comodo questa. Se così fosse, adesioni come quella di Enrico Letta, Rosy Bindi e Marco Follini, non si spiegherebbero. No, questa lettura in realtà elude una questione, e cioè che quel grande progetto rappresentato dall'intuizione del Pd, vale a dire la contaminazione delle culture, la creazione di un nuovo pensiero politico riformatore e la partecipazione popolare, non è stato realizzato. IIl Pd in questi 20 mesi ha compiuto 3 errori: la declinazione del pensiero democratico esclusivamente in chiave nuovista, la concezione della vocazione maggioritaria come vocazione bipartitista. Ultimo errore, quello di una visione plebiscitaria della partecipazione, una sorta di plebiscitarismo di sinistra.
Che fare allora?
Occorre rilanciare il Pd a partire dalla sua missione originaria, quella della contaminazione culturale e della creazione di un nuovo pensiero politico riformatore. Non bisogna buttare via l'esperienza dell'Ulivo. Così come concepire l'idea di un partito radicato sul territorio non è riproporre un ferro vecchio. Significa bensì tornare a praticare una certa idea della politica come partecipazione volta al cambiamento. Tanto per dirla come Amartya Sen concepire un'idea della politica come "governo attraverso la discussione". Per fare questo però c'è bisogno dei rapporti di forza. C'è bisogno di persone per cambiare la società. Tanto per scendere su questioni concrete a me pare incredibilmente moderna la visione di Bersani per cui dalla crisi si esce creando opportunità per tutti attraverso sistemi di mobilità sociale. E' così che si combattono le disuguaglianze ed è così che sta cercando di fare Barck Obama negli Stati Uniti.
Come si immagina il nuovo Pd?
Credo che, in generale in Italia, sia necessaria una democrazia che dia istituzioni più efficienti e rappresentative che faccia vivere tutti i valori della Costituzione. Credo, inoltre, sia necessario nel mondo di oggi, rilanciare un protagonismo del mondo del lavoro. Per questa idea però c'è bisogno di grandi soggetti collettivi. La nostra democrazia deve tornare a promuovere il mondo del lavoro come classe dirigente, e recuperare un rapporto con quei settori fatti di insicurezza sociale e di fragilità, lasciati troppo spesso ai margini. Vedo un approccio fecondo nella frase di Bersani per cui «dobbiamo costruire un partito nuovo con 150 anni di storia». Il problema della democrazia oggi è proprio quello di adottare il punto di vista dei più deboli e di tutti coloro socialmente più fragili. Molti studi politologici, inoltre, dimostrano che è proprio il mondo del lavoro ad avere difficoltà ad essere rappresentato dalla politica ed è difficile anche per quest'ultima dare peso politico allo stesso mondo del lavoro. Come è assai complesso nelle moderne democrazie rappresentare gli estremi: sia quelli più fragili, come spesso accade per gli immigrati, sia quelli più innovativi che, proprio in virtù della loro condizione di avanguardia produttiva e tecnologica, non si sentono rappresentati dalla politica per motivi opposti.
Quale deve essere il rapporto tra iscritti ed elettori del Pd?
Credo che il Pd debba essere un partito fatto di iscritti e di militanti. Mi sembra oziosa la distinzione con gli elettori, o con quelli che votano alle primarie, o con quelli che partecipano via internet. Ogni forma di partecipazione va valorizzata. Credo che questi siano problemi organizzativi risolvibili una volta che si sia definita la missione, e la trama di valori, del Partito democratico. La sostanza politica è che per rispondere alle sfide che abbiamo davanti servono soggetti collettivi organizzati.
Veniamo ad un altro punto. I temi etici. Serve una linea più netta su molte questioni da parte del Pd o no?
Su molte questioni occorrerà una discussione che porti ad una sintesi precisa, in grado di portare avanti delle proposte. Il Pd dovrà essere un partito della laicità matura in grado di definire una trama di valori. Le faccio un esempio: l'altro giorno Buttiglione durante la votazione sulla moratoria intemazionale sull'aborto come strumento di controllo demografico, ha votato un dispositivo della mozione da me presentata che riconosceva la 'libertà di scelta delle donne, nella tutela della salute e della maternità, la strada per una politica demografica equilibrata e rispettosa della dignità delle persone". Mi dispiace che quella mozione non sia passata ma trovo importante la scelta di Buttiglione e credo che questo rappresenti un esempio di come sia possibile costruire quella trama di valori di cui deve essere fatto il Pd di cui le parlavo prima. Non sono d'accordo invece con la laicità rinunciataria nascosta dietro la libertà di coscienza, perché vuol dire rinunciare al ruolo della politica che è quello della sintesi.
Dopo 15 anni di berlusconismo che Paese vede?
Vedo un paese in cui ha vinto su tutta la linea il relativismo etico. Anzi il berlusconismo è stato il massimo del relativismo etico in tutti i campi e il caso Noèmi e quello di Patrizia D'Addario non sono altro che degli epifenomeni.
In Italia ha vinto in questi anni, sotto l'incalzare del berlusconismo, un cultura della rottura delle regole, dell'individualismo, dell'edonismo, del consumismo eccessivo.
Ripeto Noemi e D'Addario non sono altro che l'esemplificazione di quella banalizzazione assoluta della libertà sessuale che poi porta con sé una concezione dell'uso del corpo della donna, veramente degradante. Come è degradante in questa vicenda la concezione del rapporto uomo/donna. Tutto questo però è inserito all'interno di una visione della vita banale e superficiale. Occorre mettere in campo un'alternativa culturale seria in grado di contrastare questa visione del mondo.

L'altro, 19.07.09

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