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Renzi il primo mese è di sole promesseMatteo Renzi è diventato segretario del Pd con le primarie dell'8 dicembre scorso e effettivamente con la direzione del successivo 15. Lo aveva fatto non con un leggero vantaggio (come ci si aspettava); ma con un distacco enorme. Quello che ha colpito più di lui è che di fronte a una classe politica (anche del suo stesso partito) che da anni si arrovella sui soliti temi senza risolverne nemmeno uno; aveva posto tre obiettivi precisi e una scadenza. Nei primi due mesi di mandato aveva sostenuto di voler realizzare la nuova legge elettorale, la riforma del lavoro (la cosiddetta Job Act) e la rinegoziazione delle regole finanziarie con l'Europa. Io ho sorriso e ho sostenuto, pur dandogli credito sul serio, che mi bastava che una sola di queste riforme (ma fatta bene) diventasse davvero legge entro i sei mesi e cioè entro le eleziooni europee.

La situazione attuale è che è passato un mese, con varie discussioni; ma ancora nessun risultato. Se il Pd di Renzi vorrà il mio voto alle europee dovrà ottenere qualcosa; altrimenti me ne resto allo zero virgola dell'Idv (che voto dal 2006 in qua). Nel Pd finora si registra solo una corsa disperata della minoranza Pd (ex apparato dirigente) nel cercare di fare un rimpasto di governo per cercare di ingabbiare Renzi; le dimissioni di Stefano Fassina, che figura come un politico della nuova generazione, ma che in realtà ha la stessa mentalità di Veltroni e di D'Alema con, però la sfortuna di essere nato decenni dopo; la rincorsa di Enrico Letta a non farsi dettare l'agenda da Renzi e per questo a cercare di ottenere finalmente qualcosa col suo governo e la malattia di Pierluigi Bersani, che ricoverato per infarto all'ospedale di Parma è riuscito nell'impresa di mettere d'accordo tutto il Pd negli auguri di pronta guiriglione e ricevendo solidarietà anche dagli altri partiti, tranne da quelli del M5S che gli augurano la morte ...

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