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Una battaglia senza esclusioni di colpi alla fine della quale la spunta Ignazio Marino, ma al netto delle polemiche e delle tensioni il vincitore ombra delle primarie potrebbe presto risultare il grande auto-escluso: Alfio Marchini. La netta sconfitta di David Sassoli e Paolo Gentiloni rischia infatti di provocare un vero e proprio big-bang nel partito romano e laziale, malgrado Enrico Gasbarra, segretario regionale del Pd, abbia evitato di schierarsi cercando in tutti i modi di tenere insieme le due anime del partito che da decenni si combattono. La vittoria alle primarie del chirurgo di Genova segna il successo di Goffredo Bettini e di Nicola Zingaretti, ma le macerie della campagna elettorale e di un’affluenza che non è stata come si sperava, saranno difficili da rimuovere.

Ora che il risultato è ufficiale non resta che attendere qualche giorno per decriptare i segnali che verranno dalle segreterie dei due principali sconfitti. Ovvero se David Sassoli e Paolo Gentiloni accetteranno il dato di ieri o se invece non preferiranno indirizzare i propri consensi in direzione dell’imprenditore Alfio Marchini che, malgrado gli appelli, ha alla fine deciso di restar fuori dalle primarie e dalle beghe del Partito democratico.

Le sirene non mancano, come non manca l’intenzione del ”civico” Marchini di pescare a sinistra. E a sinistra ha già pescato visto che uno come Claudio Mancini, ex assessore regionale, ex dalemiano e marito della deputata del Pd Fabrizia Giuliani, è pronto ad assumere il ruolo di coordinatore della campagna elettorale di Alfio Marchini, vista la sconfitta subita ieri da David Sassoli. Nel frenetico e turbinoso intreccio di questioni nazionali e locali a far saltare per primo il tappo della presunta unità potrebbe essere presto Paolo Gentiloni. L’onorevole del Partito democratico, renziano della prima ora, ha avvertito nel risultato di ieri tutto il peso dell’apparato e dei circoli mobilitati dalla storica coppia Bettini-Meta. Ieri sera si è complimentato con il vincitore rimandando di fatto ogni decisione ad «un appuntamento nei prossimi giorni» che avrà con il chirurgo-senatore. Più o meno la stessa cosa ha fatto l’altro sconfitto ed eurodeputato del Partito democratico. L’insofferenza dell’Areadem legata a Franceschini e che ha sostenuto Sassoli nella corsa alla candidatura è la stessa che avverte il renziano Gentiloni. Una tensione che la vittoria di Marino, avvenuta anche grazie al sostegno di Sel, di Ingroia e della sinistra più radicale, rischia di scaricarsi nel voto del 24 e 25 maggio e di frenare l’effetto Zingaretti.  

«Ritirarmi per sostenere Marino è stata una scelta giusta», ha rivendicato ieri sera, a scrutino completato, Luigi Nieri esponente nazionale di Sel. «Ora la priorità è battere Gianni Alemanno», sostiene Gasbarra.

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