Matteo Renzi è il nuovo segretario del Partito Democratico. I risultati ufficiali lo accreditano del 67,8% dei consensi. Lontanissimi i suoi avversari: Gianni Cuperlo si ferma al 18%; Giuseppe Civati al 14,3%. Sarà dunque lui ad avere le chiavi del Nazareno. «Tocca a noi - ha detto nel suo discorso di ringraziamento, il primo da leader del Pd -. Tocca ad una nuova generazione. E questa volta il cambiamento sarà vero». Anche il premier Enrico Letta ha subito commentato con favore il risultato della consultazione: «Lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al Paese e al centrosinistra».
Positivo il dato sull’affluenza. Il flop che molti paventavano non c’è stato. Gli elettori del Pd hanno risposto in gran numero alla chiamata per la scelta del nuovo segretario. Già alle 17 era stata superata la soglia psicologica dei 2 milioni di votanti, sotto la quale il risultato sarebbe stato considerato negativo. Le code registrate ai seggi per tutta la giornata hanno fatto dire agli organizzatori che probabilmente saranno superati anche i 2 milioni e mezzo. Erano stati 2 milioni e 800 mila quelli che un anno fa parteciparono al ballottaggio Bersani-Renzi.
I due candidati sconfitti hanno espresso i migliori auspici per il lavoro del gruppo dirigente che si andrà ad insediare alla segreteria. «Abbiamo un grande partito - ha sottolineato Civati -. Vorrei che abbia anche coraggio: con questo gruppo dirigente possiamo farle le elezioni e possiamo anche vincerle. E già la prossima settimana possiamo fare una nuova legge elettorale». Cuperlo ha invece sottolineato che l’impostazione data a una campagna che ha messo al centro la riscoperta dei valori della sinistra «non si esaurisce e sarà un contributo costante al quale cercherò di dedicare le mie energie».
Pochi minuti dopo la chiusura dei seggi aveva preso la parola il segretario reggente, Guglielmo Epifani, esprimendo grande soddisfazione per l’andamento del voto. Il leader uscente ha parlato di risultato «oltre ogni previsione» e ha evidenziato che il dato sull’affluenza è simile a quello delle primarie Bersani-Franceschini del 2009. e che «ancora una volta troviamo una grande voglia di partecipare e di poter decidere. È stata una grande risposta democratica in una fase della vita del Paese così difficile ».