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Matteo Orfini, il leader dei Giovani Turchi è il nuovo presidente del Pd. Dopo le dimissioni di Gianni Cuperlo, a primavera, il ruolo era rimasto vacante e nelle ultime settimane si erano intensificate le trattative per la successione. Tra ieri sera e questa mattina, dopo il suo rientro dalla missione all’estero, Matteo Renzi ha tirato le fila della vicenda e all’interno del partito si è trovata l’intesa sul nome poi ratificato dall’assemblea. Tutti d’accordo. O quasi. Perché appena dopo il via libera Fassina ha contestato la scelta spiegando che non si tratta di una persona «superpartes».

Il leader dei Giovani Turchi, è stato indicato dal segretario Matteo Renzi nel suo intervento all'assemblea nazionale in corso all'hotel Ergife a Roma. E la sua nomina è stata approvata a «larghissima maggioranza» dall'assemblea, che ha ratificato anche la nomina di Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini a vicesegretari dem. Non solo. Il premier ha annunciato l'ingresso della minoranza nella segreteria, auspicando l'apertura «a tutti quelli che vogliono starci». Sul nome di Orfini si sono ritrovate maggioranza e minoranze del Pd alla ricerca di un presidente il più possibile condiviso. Ma Pippo Civati non ci sta. «Credo che mi asterrò» dice in disaccordo con «i metodi utilizzati» per la scelte.

Durante la trattativa notturna tra Matteo Renzi e minoranza Dem per arrivare a un nome condiviso, stando a quanto riferisce l'Agi, ieri sera Gianni Cuperlo aveva indicato il nome di Nicola Zingaretti come candidato unitario sulla presidenza. Di fronte al no del premier, dentro alla minoranza si sarebbe convenuto che l'alternativa migliore sarebbe stato proprio il leader dei Giovani Turchi. 

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