Continua la fase congressuale all’interno del Partito Democratico ed i diritti di gay, lesbiche e trans sono ancora al centro della discussione. Il Senatore Ignazio Marino, candidato a segretario del partito, nel corso di un incontro al Gay Village ha detto finalmente una parola chiara (o quasi) sul tema:
“La mia esperienza di lavoro in America mi spinge ad adottare un modello di diritti simile a quello delle Civil Partnership inglesi“
Una parola che sembra piacere solo ad Imma Battaglia (“i modelli legislativi inglese e tedesco sono tra i piu’ avanzati”) ma che pare non aver molto riscontro nel resto della comunità gay che ormai punta dritta al matrimonio
“Molti gay e lesbiche - dichiara Aurelio Mancuso (Arcigay) - diffidano, giustamente, del fatto che a ogni piè sospinto si lancino nuove proposte per il riconoscimento giuridico dei nostri amori, anche perché questa continua profusione di sigle, ha finora portato al nulla sostanziale”
“Il senatore Marino - afferma Enrico Oliari (GayLib) - da buon esponente del PD, non si pone di pari passo del collega spagnolo Zapatero e quindi del matrimonio civile per le coppie omoaffettive, ma propone la solita e vecchia soluzione dell’istitutino di serie B”
Insomma la proposta è “moscia” e si ammoscia anche l’interesse della comunità verso il candidato: il solito giro di parole, infatti, si ripete quando Marino affronta il tema delle adozioni da parte di gay e lesbiche (ma anche dei single) su cui sospende il giudizio in attesa di studi scientifici definitivi…
“Il trucchetto di nascondersi dietro l’attesa di studi scientifici non funziona più - conferma Andrea Maccarone (Circolo Mario Mieli) -esistono e Marino, medico affermato, con anni di carriera americana e ‘consiglieri’ ben informati non può far finta d non sapere. E poi perché per i single non richiede simili approfondimenti?”
Ma se fin qui le proposte sono state deboli, è totalmente assente invece la discussione circa la lotta all’omofobia ed alla discriminazione.