La premessa è d'obbligo: ad agosto sui giornali spopolano le notizie «truculente». Morti ammazzati e altre storie di ordinaria tristezza. Ma ad agosto, si sa, la politica è in ferie, l'economia pure, anche se non tutta la politica, a quanto pare. D "mitico" Gentilini, prosindaco di Treviso, in vacanza non ci va, troppo preso dalle sue sceriffate locali. Questa volta sotto le sue pistole ci sono caduti i «Quattoni». Hatenulo a precisare, però, che la pulizia etnica lui la invoca per tutti: extracomunitari, zingari, prostitute, lavavetri. Mica solo per gli omosessuali. Non è un trattamento speciale. Ergo, l'omofobia non esiste. È soltanto che, come al solito, gli omosessuali sono «scostumati», si baciano in pubblico come tutti gli altri e questo, non va proprio bene. «Se dovete baciarvi, fatelo nelle vostre private stanze. Vi sopportiamo solo se non ci fate vedere, se non ce lo ricordate ogni giorno che esistete». Noi siamo un Paese bizzarro, siamo il Paese di Mele e Cesa: pubbliche virtù, private miserie. E contro questa Italia ipocrita e contro la più terribile delle minacce, ieri l'Arcigay ha organizzato una manifestazione a Treviso. L'11 agosto, mentre tutti si godono le meritate vacanze, l'Arcigay in vacanza non ci può andare. Deve presidiare quello straccio di idea di società civilizzata, che difende i diritti umani, moderna, inclusiva, accogliente verso tutti. Una idea di società che troppo spesso la polìtica usa per rifarsi il look, senza farla diventare risposte concrete. E la manifestazione l'Arcigay l'ha fatta nel quasi totale silenzio della politica, tranne di qualcuno. Invece noi crediamo che tutta la politica, di destra, di sinistra, di centro, si debba ribellare ad una idea barbara della società e dei rapporti umani. A maggior ragione lo deve fare chi vuole costruire un partito nuovo che si definisce «democratico». Chi si appresta a lanciare una nuova sfida nella politica e nella società, chi si appresta a lanciare una nuova speranza. E in particolare chi si candida alla guida di questo partito. Tante donne e tanti uomini di questo Paese hanno bisogno di sapere con chiarezza come la pensano Veltroni, Bindi e Letta sui problemi della nostra società. E lo vogliono sapere limpidamente, senza giri di parole anche i cittadini e le cittadine omosessuali, contro i quali uomini delle istituzioni, possono permettersi di invocare la pulizia etnica, nel silenzio assordante di quasi tutti i promotori del futuro PD. Ma che Paese vuole costruire il futuro PD? Un Paese in cui questo è possibile? Ce lo volete spiegare una volta per tutte? A questo proposito vogliamo segnalare loro un episodio che ci auguriamo possa essere illuminante. Come al solito dobbiamo andare all'estero. Due giorni fa i candidati alle primarie presidenziali del partito democratico americano con Hillary Clinton, Barak Obama e John Edwards in testa, si sono confrontati in televisione con la comunità gay americana. È stato un confronto acceso, aspro, ma franco e sincero da parte di tutti. La comunità omosessuale ha fatto richieste esplicite. I candidati, con altrettanta chiarezza, hanno detto quali sono le loro proposte sui diritti degli omosessuali. Come si addice, appunto ad un Paese democratico, e, diremmo noi, ad un Partito democratico! Sono stari soddisfatti gli omosessuali delle risposte dei candidati? Non è importante questo, è importante che tutti i candidati abbiano scelto quella platea, e quei temi (i diritti degli omosessuali) come priorità per la loro campagna elettorale. È possibile questo in Italia? Possiamo copiare, per una volta, le cose buone dell'America? Lo chiediamo a Veltroni, a Bindi e a Letta innanzitutto. Vi chiediamo se siete disposti ad affrontare questi temi in un confronto pubblico, serenamente. E non perché dobbiate sedurci con proposte amntìceantl. Vogliamo solo sapere se nella vostra idea di società, ci siamo anche noi, ma soprattutto «come» ci siamo, n movimento omosessuale italiano' ha richieste esplicite, come quello americano. Ma nello stesso tempo vuole sapere dove si colloca quello che si candida ad essere il più grande partito dell'arco costituzionale. Legittima e semplice come richiesta. Noi, un'occasione ve la possiamo dare: il 16 settembre alla festa nazionale dell'Unità abbiamo organizzato un confronto tra il futuro PD e i portavoce del movimento Igbt italiano. Se vorrete, sarete i benvenuti. Perché riteniamo che il PD si debba confrontare con chi ha portato in piazza un milione di persone. Soprattutto se sono cittadini e cittadine senza diritti. O no Per chiudere, una piccola riflessione ferragostana. Ci sorge un dubbio: ma se non ci fossimo noi (anche a Ferragosto durante le nostre vacanze) a ricordarvi che esistiamo, il futuro PD se ne ricorderebbe?
Andrea Bendino Portavoce Nazionali Gayleft
Anna Paola Concia Consulta LGBTDS
L'Unità 12.08.07 Pag. 29