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Mister Ue è un belga, il premier Herman Van Rompuy. Mister Pesc è invece una Madame, è la britannica Catherine Ashton, oggi commissario per il commercio estero. Dopo tanto drammatizzare, i leader europei hanno fatto in fretta a designare i loro due massimi rappresentanti introdotti dal Trattato di Lisbona, il presidente stabile del Consiglio e l’alto rappresentante per la politica estera, la Pesc per l’appunto. Massimo D’Alema, candidato tre settimane fa dal partito socialista europeo alla seconda carica dell’Unione è stato bruciato dallo stesso Pse quando s’è capito che il consenso sul suo nome non sarebbe stato possibile. Alle ventuno di ieri era già finita, un pasto rapido e un bicchiere mezzo pieno: quello di un’Unione che si affida a un’intesa dal profilo più basso delle sue «grandi» ambizioni.

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