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Il certo per l'incerto
Tutto riguardo alla possibile grazia a Berlusconi. L'ex presidente del Consiglio, infatti, dichiara che se il Pd vota la sua incandidabilità per forza di cose il Pdl sarà costretto a lasciare la maggioranza e i suoi ministri a dimettersi.

Insomma, si vuole che nel Pd prevalga la volontà di un'ennesima "mano" a Berlusconi; cosa che l'elettorato non gradirebbe (e questo dovrebbe averlo capito anche la classe dirigente); che l'esecuzione di una sentenza e della stessa Costituzione che dice che "la legge è uguale per tutti". Insomma, il salvataggio di Berlusconi e il non votare per la sua non candidabilità e quindi il salvare il governo di Enrico Letta contro la sentenza di un processo e l'eliminazione di un'anomalia italiana durata vent'anni. Che poi, il Pdl il governo lo farebbe comunque cadere su un altro argomento qualche settimana dopo!

Nel Pd poi è in atto una manovra per sbarrare a Matteo Renzi la strada verso le primarie e non vorrei che per fare questo molti di quei 101 falchi tirartori che qualche mese fa affossarono la candidatura di Prodi alla Presidenza della Repubblica, adesso si dimenticassero di votare per l'incandidabilità di Berlusconi. Quella ferita nel Pd è ancora aperta e molti dirigenti Pd ancora non se ne accorgono. Intanto Dario Franceschini dice che appoggerà la candidatura di Renzi a segretario del Pd purchè tenga unito il partito: atto sincero o salita sul carro del vincitore?

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