E' passato anche il secondo mese di Matteo Renzi al governo. Le riforme sono andate avanti, anche se hanno incontrato alcuni impedimenti. C'è sempre il fronte (sopratutto tra i senatori) che non si rassegna alla modificazione delle caratteristiche del Senato. Sopratutto la non elettività desta perflessità; ma essendo una caratteristica essenziale della riforma di Renzi assieme alla non remunerazione i critici non avranno la possibilità di incidere sulle triforme su questi temi. La legge elettorale, che era stata già approvata alla Camera il mese scorso non ha avuto progressi e aspettando la sua approvazione al Senato ha ceduto spazio alla riforma costituzionale. Secondo le previsioni la nuova legge elettorale dovrebbe essere approvata per fine anno. Il titolo V° della Costituzione è ancora in lettura alla Camera e dovrebbe ricevere due letture per camere per diventare legge. Secondo le previsioni la prime delle quattro approvazioni dovrebbe esserci prima delle elezioni europee. Il jobs act continua a non essere ancora presentato; ma il prossimo dovrebbe essere il mese buono e qualcosa si dovrebbe fare anche per la riforma della pubblica amministrazione. Renzi aveva ancheannunciato un abbassamento delle tasse. Dell'irpef inanzitutto, facendo arrivare all'incirca 80€ a tutti i lavoratori in busta paga.Il fatto che non abbia considerato i pensionati e i disoccupati è determinato dal fatto che non si poteva accontentare tutti e dovendo riattivare l'economia si è preferita quella tipologia. Quello che mi rende perplesso che questa azione doveva essere standard e invece è stata considerata solo come una tantum e valida fino a fine anno, con la promessa che con la manovra di fine anno la si estenderà a regime. Se questyo avverrà effettivamente Renzi avrà fatto una bella azione, altrimentri sarà da considerare un buffone, come lui stesso ci ha autorizzato tutti a chiamarlo nel caso falliva. Nel trovare le risorse per questa una tantum si sono tolti fondi alla Rai, agli F35 (ed è un bene) ecc. Discorso a parte bisogna fare per scuola e sanità. I ministri Giannini e Lorenzin si sono dette entrambe disposte a ridurre gli sprechi dei loro ministeri; ma entrambe hanno detto che i loro settori non possono sopportare tagli lineari, ma che bisogna fare una considerazione delle spese settore per settore. E queste riduzioni non lineari non solo miglioreranno scuola e sanità; ma aiuteranno a reperire fondi per rendere perenni le riduzioni irpef. Scadevano anche gli incarichi per i dirigenti di impotanti società pubbliche, quindi il governo Renzi è dovuto procedere a nuove nomine. La novità è che se gli uscenti erano tutti uomini, tra gli entranti nominati da Renzi sono presenti anche donne. La critica è che le donne sono tutte state nominate alla presidenza e non tra gli amministratori, cioè quelli che hanno il vero potere di dirigere l'azienda. Comunque secondo me è un inizio per portare un cambiamento. La vera differenze deve essere volutata in bravura e non per sesso.