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Giuliano Poletti

La riforma del lavoro voluta da Renzi (il cosiddetto Jobs act) che sta prendendo corpo in questi giorni è stata ribattezzata ddl Poletti, come il ministro del Lavoro che la sta contribuendo a stendere. Molte critiche ci sono state a questo provvedimento da parte di Cgil e minoranza Pd; in quanto si sostiene che favorisca la precarietà. Il ministro Maria Elena Boschi ha dichiarato che in italia ci sono troppi disoccupati (13%, 42% tra i giovani) e che questo è l'unico modo di far affacciare più persone nel mondo lavorativo. Io, aggiungo, che ci sono attualmente oltre due milioni di persone in Italia che non lavorano, ma nemmeno studiano o si migliorano. Gente che vivono delle risorse di nonni e genitori e che quando quelle saranno finite per estinzione della parentela prenderanno qualche arma per trovare le risorse per il loro sostentamento; visto che non hanno imparato nessuna professione e sono stati abituati a non fare nulla. Inoltre, già adesso sento le scuse: "Ho rubato perchè ho un figlio da mantenere". Il ministro Giuliano Poletti ha specificato che il ddl lavoro può essere corretto accogliendo le critiche, a patto che non vi siano «stravolgimenti». E comunque l'obiettivo della legge è quella di aumentare i posti di lavoro poichè il dato del 13% di disoccupazione è il più alto dal 1997 ad oggi. All'interno del Pd ci sono varie opposizioni e tutte sono scettiche col provvedimento. Giuseppe Civati dichiara che "le proposte sul decreto per il lavoro sono così palesemente in contrasto con gli impegni dichiarati e così contraddittori e rispetto allo stesso schema annunciato per il successivo disegno di legge delega. Una norma che aumenta qualità e durata della precarietà, senza alcuna ragione. Parla di semplificazione, tutta da dimostrare". Anche Gianni Cuperlo non approva:  «Il dl lavoro va cambiato con spirito costruttivo. Due sono le questioni principali: i contratti a termine e lo strumento dell'apprendistato. Sui contratti a termine evidente che sono troppi otto rinnovi consecutivi senza causale per un totale di 36 mesi. Bisogna intervenire prevedendo anche misure di controllo sulle ragioni che portano le aziende a non stabilizzare il lavoratore al termine del periodo previsto dal contratto». Staremo a vedere gli sviluppi ...

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