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Quando qualche tempo fa, di fronte a "una fase delicata, parlai di scosse di natura politico-istituzionale" in arrivo, "il centrodestra lanciò una campagna di insulti. La mia era una valutazione politica e alla luce di quello che accade adesso era esatta", come dimostra "la reazione di Berlusconi al suo declino politico e personale". Massimo D'Alema interviene alla festa del Pd di Genova e si toglie subito un sassolino dalla scarpa ricordando le polemiche dei mesi scorsi per una sua dichiarazione. Per il presidente della Fondazione ItalianiEuropei il declino di Berlusconi "è percepito soprattutto all'estero, dove la percezione della gravità della crisi istituzionale dell'Italia è generalizzata". Per l'ex ministro degli Esteri infatti "Berlusconi è profondamente colpito nella sua credibilità: appare anomalo nel mondo democratico per la concentrazione di poteri nelle sue mani e per il suo atteggiamento verso la libera stampa". Il premier, sottolinea, "è determinato a mantenere il potere e reagisce con violenza verso libertà". Tutto questo, avverte, "aprirà una fase delicata" nella vita politica italiana. "Anche parte della destra capisce che Berlusconi è un problema per il loro futuro - aggiunge D'Alema -. E' stato una grande risorsa, ma d'ora in poi potrebbe diventare un serio problema». L'attacco prosegue poi sulle vicende che hanno visto coinvolto nelle scorse settimane il premier Silvio Berlusconi. "Il fatto che il capo del governo di un grande Paese sia connesso, sia pure come utilizzatore finale, a giri di prostituzione organizzata è qualcosa che ha a che vedere con la credibilità del Paese e delle sue istituzioni. E' un fatto pubblico, su cui il presidente del Consiglio è tenuto a dare spiegazioni" sottolinea D'Alema. Per l'ex ministro degli Esteri "le questioni legate alla vita personale di Berlusconi non sono gossip. Se Berlusconi aveva un'amante e se telefonasse al direttore generale della Rai per farla lavorare, anche questo farebbe parte del gossip". D'Alema ha poi fatto riferimento alla conversazione avuta da Berlusconi con il presidente polacco Donald Tusk: "il fatto stesso che il premier polacco gli abbia chiesto spiegazioni, vuol dire che non siamo di fronte" ad un episodio relegabile nella categoria del pettegolezzo. Secondo D'Alema "è qualcosa di serio e penso che il mondo cattolico e anche la Chiesa ne abbiano colto la portata". "Non credo -prosegue D'Alema- che le spiegazioni vadano date al Parlamento, credo che vadano date all'opinione pubblica e giustamente i mezzi di informazione lo interrogano. Deve rispondere: il fatto che non risponda è un fatto che colpisce ulteriormente la credibilità delle istituzioni e del Paese". Per D'Alema, intervenuto ad un incontro pubblico alla festa democratica di Genova con Grazia Francescato e Bruno Tabacci, "non è vero che la maggioranza degli italiani sostiene questo governo: un terzo non ha votato e dei due terzi che hanno votato il 45%" ha optato per il centrodestra, sommando i voti di Pdl e Lega. A conti fatti gli italiani che stanno con Berlusconi sono uno su 3". Quanto infine al Pd, la "sfida" con il centrodestra "si vince se mettiamo in campo un'alternativa di governo, in grado di dare una speranza e un futuro al Paese" sottolinea il presidente di ItalianiEuropei. "Se la sfida a Berlusconi si concentra solo sulla sua anomalia e non è in grado di dare una prospettiva al Paese, temo che la sfida non sia vincente. Io lo capisco: può essere più facile, costruire un programma di governo e' più impegnativo, ma -sottolinea- non ci possiamo rinunciare". "La mia posizione -conclude D'Alema- è che non sia affatto impossibile creare un nuovo centrosinistra, con una forza di centro autonomo da una parte e dall'altra parte la sinistra radicale, con una rinnovata assunzione di responsabilità di governo".

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