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Uso illecito di rimborsi pubblici e le dimissioni del governatore Vito De Filippo. Questa volta al centro dello scandalo finisce la regione Basilicata, dove gli assessori Vincenzo Viti (Pd) e Rosa Mastrosimone (esterno in quota Idv), insieme al consigliere regionale Nicola Pagliuca (capogruppo del Pdl), sono agli arresti domiciliari. Ad altri otto consiglieri, sia di centrodestra che di centrosinistra, è stato imposto l’obbligo di dimora. Si pagavano anche pneumatici, viaggi e c’era chi, per non ottenere rimborsi spese non dovute, falsificava gli scontrini, aggiungendo una cifra al totale. E’ questo il quadro che emerge dall’inchiesta coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Potenza, Laura Triassi. Una vicenda che in serata ha portato alle dimissioni del governatore, sebbene non coinvolto nelle indagini. Secondo la procura, che ha predisposto il sequestro di conti correnti per 100mila euro, dall’inchiesta emerge ”uno scenario di diffusa illegalità”. Le accuse, riguardanti il biennio 2010-2011, sono di peculato e false attestazioni. Sono stati anche notificati otto divieti di dimora, che riguardano i consiglieri in carica Antonio Autilio (Idv), Paolo Castelluccio (Pdl), Agatino Mancusi (Udc), Mariano Pici (Pdl), Alessandro Singetta (Gruppo Misto), Mario Venezia (Pdl), Rocco Vita (Psi) e l’ex consigliere Vincenzo Ruggiero (Udc). Le dimissioni di De Filippo – al secondo mandato come presidente della giunta – aprono la strada allo scioglimento anticipato del consiglio regionale. Prima di dimettersi, De Filippo ha revocato gli assessori (due sono da stamani agli arresti domiciliari) e ha nominato il nuovo esecutivo: Marcello Pittella (vicepresidente e assessore alle attività produttive), Nicola Benedetto (Agricoltura), Luca Braia (Infrastrutture), Roberto Falotico (Formazione), Attilio Martorano (Salute) ed Enrico Mazzeo Cicchetti (Ambiente). Nella lettera di dimissioni, De Filippo ha detto che l’indagine sui rimborsi illecitamente percepiti “deturpa l’immagine della Basilicata, con ipotesi forse non penalmente gravi, ma umanamente odiose”. La scelta di dimettersi – ha continuato – è stata fatta per avviare “una stagione rinnovata per la Regione”.

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