Quasi cinque mesi fa la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge 40 che rendeva illegale la fecondazione eterologa in Italia. La legge 40, vietava il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. All'inizio di agosto, al termine, di una commissione di studio, il ministero della Salute tramite il ministro Lorenzin dirama le linee guida. Eterologa a carico della Stato; età minima e massima per i donatori: 18-40/45 per gli uomini, 20-35 per le donne; numero massimo per nati da uno stesso donatore è dieci; via libera alla doppia eterologa (dove a essere donati sono entrambi i gameti); istituzione di un registro nazionale dei donatori; possibilità di accesso ai dati clinici del donatore nel caso di gravi malattie del figlio; inserimento della procedura nei livelli essenziali di assistenza.
Beatrice Lorenzin ha deciso di non procedere a decreto legge, con l'indicazione al parlamento di fare presto una legge seguendo le linee guide diramate dal ministero e riempendo i vuoti che il ministero non ha trattato. Non solo, ma ha affermato che se qualche Regione o qualche ospedale procedano a qualche operazione prima dell'approvazione della legge, lei manderà i Nas a ripristinare la legalità.
Ovviamente questo ha creato una multitudine di polemiche. E sono in molti ad aver sfidato il ministro facendole capire che non era in suo potere bloccare le Regioni, sopratutto dopo la sentenza della Corte. In particolare la Consulta si è detta preoccupata del vuoto normativo e ha invece sollecitato il decreto legge.
Sul fronte Regione c'è qualcosa che si muove, sopratutto in Toscana. Il governatore Enrico Rossi dichiara: «Il ministro Lorenzin non può dire "fermatevi" sulla fecondazione eterologa. La Corte Costituzionale ha stabilito che è vietato vietarla. Se si vuole trasferire tutto sul piano etico lo si faccia: anche se, vien da dire, l’eterologa esiste in natura... Noi ci adegueremo, ma intanto diamo attuazione alla sentenza». E' stata quindi approvata una legge regionale che rende possibile la fecondazione eterologa con il contributo pubblico, pagando solo un ticket di 500 euro. E alla minaccia del ministro di inviare i Nas sorride: «Ben vengano. Ci stiamo preparando ad accoglierli».