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Soprattutto in una fase di transizione. E tanto più se il Movimento 5 stelle di Grillo si struttura fino in fondo come partito e ruba a Di Pietro il voto di protesta. "Grillo vuole costruire un partito. E dunque sì che è un nemico", spiega un gruppetto di iscritti all'Idv di Pozzuoli, dalla fisionomia inconfondibile, che ne dice la provenienza: De. Eterogeneo non solo per cultura politica I'Idv, ma anche per età (il 28 per cento degli iscritti ha meno di 35 anni), per estrazione sociale e per geografia. Per la maggioranza, indiscussa la leadership di Di Pietro. I più, interpellati sul "capo", ne ribadiscono il carisma: "II suo peggior difetto? È il suo pregio: l'istintività e la passionalità", la risposta quasi standard. Spiega Lucio Lugli da Lecce, insegnante in pensione, 2 anni nel Pd: "È un partito la cui leadership in questo momento è indiscutibile. Grillo? Un interlocutore". PIÙ CHIARO Gianfranco Mascia, leader del Popolo Viola, che sorprendentemente dichiara: "Bisogna lavorare per passare dalla protesta all'alternativa". La fiducia nel leadersignifica anche chiudere un occhio rispetto alla questione morale nel partito. Tema che nessuno è disposto a cavalcare. Rocco Scavone, anziano manovale della Basilicata, proveniente da FI, mentre ribadisce che Di Pietro non si tocca, se la cava così: "Questione morale nel nostro territorio? No, solo arrivismo". Meno diplomatica Carla Mioni, ministeriale di Idri (Latina), ex candidata alle Regionali: "È normale che in un partito nuovo succedano anche cose che non dovrebbero capitare. Ma Di Pietro, ce la mette tutta". Conia veemenza dei suoi 25 anni e la maglietta del movimento giovanile del partito, "Valori in corso", Consueto Savarese apre un fronte: "Di Pietro dovrebbe capire che c'è anche qualcun altro che può fare il leader, Luigi De Magistris. Molti di noi giovani vorrebbero questo. E l'abbiamo detto chiaramente a Di Pietro al congresso di Roma di febbraio". In questa chiave è significativo che il dibattito più entusiasticamente seguito (posti in piedi, coretti, cartelli) sia quello sulla giustizia nel pomeriggio. Protagonista? De Magistris. Salutato come eroe nazionale, Fabio Granata. Ma poi il Presidente si riprende la scena e in diretta sul Tg3 rilancia: "Se non si va al voto anticipato e si fanno, sono disposto a metterci la faccia. Io come Orlando, De Magistris, Donadi. Perché stiamo strutturando una classe dirigente". Generosità da grande padre.

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