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Il ministro è ripreso nel suo atteggiamento usuale: dito medio alzato. Non è quello di domenica scorsa a Padova. È di repertorio, ma fa poca differenza. La didascalia è chiara: «Il ministro Bossi ai passeggeri italiani». È l'ultima campagna pubblicitaria di Rayan Air e campeggia nella home page del sito italiano. La penultima aveva preso di mira Sarkozy e Carla Bruni e si era chiusa con una richiesta danni.

Campagna motivata dall'appoggio di Bossi ad Alitalia, Malpensa in particolare. Bossi viene usato come simbolo del protezionismo che tiene in vita il carrozzone ancora considerato compagnia di bandiera. Micheal O'Leary da buon irlandese si diverte come un pazzo a provocare i continentali.

E questa volta il primo a rispondergli (non c'erano dubbi) è stato Mario Borghezio, capodelegazione della Lega all'Europarlamento. Con un'interrogazione alla Commissione europea minaccia il boicottaggio della compagnia aerea low cost irlandese da parte dei «patrioti padani». Secondo Borghezio si tratta di «un attacco molto pesante al governo in carica». L'europarlamentare della Lega chiede «che la Commissione verifichi se queste false affermazioni non siano lesive dell'immagine e degli interessi legittimi di uno Stato membro e se questa forma di pubblicità-dileggio, fondata su false affermazioni, non costituisca anche violazione della concorrenza». Secondo Borghezio, Ryanair deve rimuovere dal suo sito il riquadro e, in particolare, «l'offensivo collegamento di tali false affermazioni con l'immagine del nostro leader». Se questo non succederà, minaccia l'eurodeputato, «come patrioti padani siamo pronti a scatenare il boicottaggio della compagnia».

Altra minaccia arriva dal sottosegretario con delega ai Trasporti Roberto Castelli: «Tutto immaginavo tranne che Ryanair fosse un partito politico. Mi attiverò per capire se questa sorprendente presa di posizione sia compatibile con l'attività di operatore della compagnia negli aeroporti italiani. Mi auguro che arrivino immediatamente le scuse dei dirigenti. In ogni caso certamente io non mi avvarrò dei servizi di Ryanair»

Altro commento arriva dalla deputata Silvana Mura dell'Italia dei Valori: «Chi di dito medio ferisce di dito medio perisce». «Quanto sta accadendo - aggiunge - è in primo luogo colpa del Presidente del Consiglio e della sua maggioranza che hanno considerato poco più che una fanfaronata il fatto che un ministro insultasse l'inno d'Italia», con il risultato che «l'Italia è diventata lo zimbello internazionale».

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