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Berlusconi (Pdl)Dopo aver incassato una robusta fiducia al Senato e una risicata alla Camera, Berlusconi si dice pronto a un allargamento della maggioranzaall'Udc e non esclude la possibilità di una crisi pilotata e di aperture programmatiche sulla legge elettorale e su interventi in favore delle famiglie. Per il premier, intervenuto alla presentazione del libro di Bruno Vespa, è possibile un tentativo di allargamento della maggioranza nei confronti dell'Udc, ma anche verso «altri gruppi in Parlamento come i democristiani di sinistra che sono nel Pd».

Fini (Fli): "La vittoria numerica di Berlusconi é evidente quanto la nostra sconfitta, resa ancor più dolorosa dalla disinteressata folgorazione sulla Via di Damasco di tre esponenti di Futuro e Libertà. Che Berlusconi non possa dire di aver vinto anche in termini politici sarà chiaro in poche settimane". 

Casini (Udc) ribadisce di aver chiesto al premier di dimettersi prima o dopo il voto alla Camera. «Ha ritenuto di non ascoltare il nostro consiglio. Peraltro ha ottenuto la fiducia che voleva per tre voti e ora ha solo il dovere di governare. Se non sarà in grado di farlo si è lasciata aperta solo una strada: costringere irresponsabilmente il paese alle elezioni». Sia chiaro, dice Casini, che in quel caso siamo pronti a presentare agli italiani una proposta di governo alternativa al Pd e al Pdl. Non aveva chiuso la porta ai centristi neppure il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, che esclude il «veto», anche se, come ha fatto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ricorda che l'Udc non ha votato il federalismo.

Maroni (Lega): Quella di oggi è la vittoria del "primo tempo" di una partita, ora il premier "ha detto anche ieri al Senato che intende allargare la maggioranza" e bisogna vedere come andrà questa operazione perché altrimenti "é meglio andare al voto" perché tutto bisogna fare tranne che "replicare la pessima esperienza del governo Prodi".

Bersani (Pd): "Non cambia nulla il Governo non ce la fa. La crisi politica esce drammatizzata". Bersani rivendica l'impegno del Pd per tentare di far cadere il Governo: "abbiamo ottenuto il massimo in questo momento". Il leader Pd respinge anche ipotetiche accuse di aver sbagliato a seguire Fini e Casini: "non vedo lo sbaglio, la maggioranza aveva 60-70 voti di vantaggio e ora ne ha solo tre".

Di Pietro (Idv): "Sento in me la responsabilità politica di due onorevoli (Domenico Scilipoti e Antonio Razzi) che hanno tradito il partito. Ma sono convinto che qualcosa di traumatico e dirompente sia successo. Perchè tagliassero il cordone ombelicale con noi devono avergli fatto vedere la luna nel pozzo". "Sono stati eletti con i voti dell'Idv e per oltre dieci anni sono stati più antiberlusconiani di me. Sono persone - insiste Di Pietro - prive di strumenti culturali e hanno subito una subornazione da parte di potenti, di Silvio Berlusconi", che "ho denunciato come mandante piduista che ha organizzato la compravendita". Scilipoti, afferma ancora Di Pietro, "è un kamikaze dell'antiberlusconismo", mentre Razzi "è un pover'uomo che si è ritrovato eletto per grazia ricevuta. Se il seggio è scattato - spiega - è perchè in Svizzera ci sono più italiani che in Italia. Tutta colpa di una legge elettorale che va cambiata".

Rutelli (Api): "Il presidente del consiglio si è aggrappato al voto di due di pietristi che fino a ieri gettavano sacchi di immondizia sui banchi del governo e oggi votano per lui così come sui voti di altri transfughi del centrosinistra, per afferrare per pochi voti una maggioranza parlamentare". "Oggi dovrebbe iniziare - aggiunge Rutelli - un governo di larga convergenza perché la situazione dell'economia e del lavoro lo impongono e se non vi fossero le condizioni sarebbe meglio andare a votare. Con una maggioranza di cento voti in più questo governo non ha fatto nessuna riforma significativa, figuriamoci adesso. Il ciclo di Berlusconi - conclude - è finito, perché Fini non gli ha dato la fiducia".

D'Alema (Pd): "Un episodio abbastanza vergognoso nella storia parlamentare. In sostanza il Governo vince per 3-4 voti comprati, alcuni in modo palese altri meno". "314 voti raccattati in questo modo - sostiene D'Alema - non sono la base per governare il paese. Temo che il voto sia più vicino". Alla domanda se dal passaggio parlamentare ne escono male i finiani, il presidente del Copasir risponde: "Ne esce male il paese".

Bocchino (Fli): "C'é un governo solido, una maggioranza ampia, che sicuramente riuscirà a mettere in pratica il programma nell'interesse degli italiani". Usa l'arma dell'ironia, il capogruppo di Fli Italo Bocchino, uscendo dall'Aula al termine del voto di fiducia, che ha visto il governo prevalere. Poi cita Togliatti. "Quando Pajetta occupò la prefettura contro Scelba, Togliatti gli disse: bravo, ora che ci fai? Ecco, a Berlusconi bisogna dire: e mò che hai preso la fiducia per tre voti in più, che ci fai?".

Frattini (Pdl): "Noi lo pensiamo e lo speriamo". Alla videochat del Tg1 il ministro degli esteri Franco Frattini risponde così a una domanda su un eventuale "ritorno all'ovile dei finiani. E precisa che dentro il Fli vi sono "persone oneste " che hanno deciso di seguire Gianfranco Fini per convinzione.

Vendola (Sel):  "Se si andrà alle urne, sono pronto a essere il leader del centrosinistra". "Credo che la conta parlamentare sia ormai un fatto formale. Che ci sia una maggioranza risicata o che non ci sia, non muta la sostanza politica: il centrodestra che ha vinto le elezioni oggi non c'è più, siamo in un`altra stagione politica e il centrosinistra dovrebbe accorgersi che la sfiducia a Berlusconi e al suo governo è stata data dal Paese, per cui dovrebbe chiedere la possibilità di cambiare le regole del gioco, perché la legge elettorale non è riuscita neanche a garantire la stabilità di governo".

Consolo (Fli): "Bisogna rispettare il voto, perché queste sono le regole della democrazia". "Mi auguro nell'interesse dei cittadini - aggiunge Consolo - che si riesca a guidare nel migliore dei modi questo Paese, che ha bisogno di opere compiute e non di chiacchiere".

Storace  (La destra)"La cosca di Montecarlo individuata e sgominata a Montecitorio. Il 14 dicembre 1987 l'inizio di Fini, il 14 dicembre 2010 la fine di Fini". 

ps. Roma è oggetto di scontri violentissimi. Il mix tra la protesta (pacifica) di studenti e parti sociali e quella (violenta) dei black bloc offre un altro assist a Berlusconi, ancor più grave perché regalato nel giorno della sua vittoria. Manifestare il giorno della sfiducia al Governo può essere un’ottima idea; manifestare il giorno della fiducia è invece, certamente, una pessima idea. Non si può far opposizione in piazza lanciando una monetina e affidandosi al senso di responsabilità istituzionale di quella classe politica che si contesta con così tanto ardore. Avrebbe avuto più senso manifestare domani, slegare la protesta (condotta per motivi sacrosanti) dalla frustrazione per la mancata sconfitta di Berlusconi. Ora abbiamo restituito al Pdl (e non solo a loro) sufficienti argomenti per poter considerare gli studenti come teppisti, i manifestanti come facinorosi, gli operai come complici dei black bloc e le componenti politiche che sostengono queste battaglie come collusi con frange violente.

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