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"Me ne vado per la Lega". Umberto Bossi fa un passo indietro per tutelare il movimento che ha fondato 21 anni e due mesi fa, il 10 febbraio del 1991. E difendere con piu' serenita' la sua famiglia dalle accuse di aver usato i soldi del Carroccio per "spese personali" nell'ambito dell'inchiesta in cui e' indagato l'ex tesoriere, Francesco Belsito. Il 'capo' padano non si e' lasciato convincere a resistere da quelli piu' vicini a lui, ma neanche dai piu' lontani, e ha scelto dimettersi da segretario federale per il bene della sua 'creatura'. L'annuncio, sebbene per alcuni fosse nell'aria, e' stato travolgente. Al tavolo del consiglio federale, raccontano, molti sono scoppiati in lacrime. Bossi ha spiegato lui stesso chi saranno i componenti del triumvirato, Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Manuela Dal Lago, che guidera' la transizione fino al congresso federale che dovrebbe tenersi a ottobre. All'inizio, Bossi e' apparso "abbattuto, molto amareggiato", dice chi ha preso parte alla riunione. L'assise, anche se diversi se lo aspettavano, e' rimasta scioccata dall'annuncio delle dimissioni. Lo stesso Bossi si e' commosso.

ZAIA. «Ha dato un grande segnale da leader. Con queste sua scelta personale e insindacabile di dimettersi da segretario ha dato dimostrazione di quanto gli stia a cuore la Lega».
SALVINI. ''Per non dare spazio a queste mitragliate contro la Lega Umberto Bossi ha fatto un passo indietro. E' un grande uomo. Un passo indietro o un passo avanti o a lato. Vedete voi. Ragazzi adesso avanti basta piangere andiamo ad attaccare i manifesti alla faccia di quei coglioni che vogliono fare il funerale della Lega". ''Vi ringrazio per quello che mi avete permesso di fare'': Umberto Bossi ce l'ha detto con gli occhi lucidi, io non mi sono trattenuto e ho pianto. Quello che Bossi ci ha detto oggi e il suo gesto ci danno una forza incredibile''.
BONI. "In questo momento così difficile non posso che esprimere tutta la mia stima, la mia ammirazione e il mio affetto a Umberto Bossi. Senza di lui non ci sarebbe stata la Lega Nord e non ci sarebbe mai stato lo straordinario progetto di rinnovamento e di cambiamento radicale del Paese che dobbiamo necessariamente portare avanti. Bossi resta il più grande leader politico che questo Paese abbia mai avuto".
TOSI. "La rimozione del tesoriere non poteva essere sufficiente in una situazione come questa, serviva un segno di discontinuità, la Lega doveva dimostrare di essere ancora diversa dagli altri partiti. Questo segnale è stato dato con la scelta personale e dolorosissima di Umberto Bossi, che ha dimostrato di volere davvero bene al Movimento. Tanti altri, anche recentemente, nella sua situazione non hanno fatto nè un passo indietro ne' un passo di lato, rimanendo saldamente attaccati al loro posto. Bossi, invece, per il bene della Lega, ha fatto una scelta che dà slancio al movimento e lo rende nuovamente una forza politica credibile, vicina ai militanti e al territorio come non mai".
FONTANA. "Ho saputo la notizia dalla stampa e da un amico. Bossi ha dimostrato di avere a cuore il movimento e ha fatto una cosa dolorosa per lui ma credo che sia quella più utile per il movimento, per evitare che una situazione come questa potesse creare problemi. È uscito da vero leader".
GENTILINI. «Bossi ha mostrato una volta di più di capire prima degli altri cosa si deve fare. A Bossi avevo consigliato di dimettersi - dice Gentilini - ha dimostrato di nuovo di aver fiuto, si è dimesso senza che nesuno glielo avesse chiesto. Lo ha fatto per amore del partito. Adesso è ora di cambiare e il ricambio non può che essere Maroni».

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