Cronaca politica - il sito di zon@ venerd́Italia dei Valori - il sito di zon@ venerd́



Mastella – “Un ministro che quando era  magistrato ha ricevuto da soggetti indagati 100 milioni di lire  e una Mercedes non ha i titoli per parlare”. Così l’usciere di via Arenula in una nota diffusa dal Ministero della Giustizia, ha commentato la richiesta di Antonio Di Pietro a Romano Prodi di “valutare l'opportunità” che Clemente Mastella mantenga il suo incarico. “A questo punto, Di Pietro abbia il coraggio - suggerisce  l’usciere di via Arenula - di non scaricare sul presidente del Consiglio il problema, ma di portare in Parlamento la sua  richiesta, mettendo però sul banco anche le sue dimissioni dal Ministero delle Infrastrutture e al quel punto vedremo come si esprimerà l’Aula”.
A proposito del caso De Magistris, il ministro della Giustizia ha accusato il magistrato di averlo iscritto scientemente “nel registro degli indagati di Why Not, sapendo che interrompeva l’inchiesta, visto che risultati reali fino ad ora non sono arrivati”. E ha aggiunto: “Non si può immaginare che lo abbia fatto per farsi togliere l’inchiesta e diventare eroe nazionale, sapendo che questa è la prassi?”.
Il ministro della Giustizia ha allo stesso tempo auspicato che l’inchiesta preveda celermente. “Sono io – dichiara Mastella – che voglio che l’inchiesta vada avanti con celerità, non ho alcuna difficoltà, voglio che vada avanti e mi tolga di dosso gli schizzi di fango che mi sono arrivati”.

Di Pietro – “So bene – risponde Di Pietro – che con l’avocazione dell’inchiesta da parte della Procura Generale, il procedimento penale continua il suo corso ma non è questo il punto. Il problema è che quell’avocazione è stata provocata proprio da chi era o poteva essere messo sotto indagine dal  magistrato destituito”. E aggiunge: “Ciò che viene fuori dallo scontro che il ministro di Giustizia scientemente ha provocato nei confronti del magistrato che lo ha messo sotto indagine, è l’immagine di una classe politica che, ancora una volta e sulla falsariga di come si faceva sotto il governo Berlusconi,  non si vuole far giudicare e per questo ne inventa di tutti i  colori pur di fermare i magistrati che fanno il loro dovere”. Quello che è accaduto, dichiara il ministro delle Infrastrutture “ è un dato politico di estrema gravità”. E aggiunge: “Ci troviamo di fronte ad un bivio che, se non affrontato subito e con determinazione, ci  travolgerà tutti, giacché così facendo, stiamo rischiando di mettere in pericolo lo Stato di diritto, come giustamente hanno fatto e fanno osservare oramai molti autorevoli osservatori e la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica”.

Per commentare scrivere qui