La Camera dei deputati ha approvato l'indulto. Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. L'assemblea di Montecitorio ha raggiunto la maggioranza dei due terzi necessaria all'approvazione del provvedimento di clemenza. I voti favorevoli sono stati 460, i contrari 94, 18 gli astenuti.
La maggioranza di governo ha registrato, a sorpresa, l'astensione dei Comunisti italiani motivata cosi' dal segretario del Pdci Oliviero Diliberto: "non ci sentiamo di votare contro l'indulto perchè siamo a favore di un provvedimento di clemenza", ma l'inclusione del voto di scambio mafioso nei reati che potranno beneficiare dell'indulto rappresenta "un limite che non doveva essere superato".
L'approvazione dell'indulto alla Camera "è merito dell'intero Parlamento, ora spero che il Senato sia all'altezza della Camera e possa dare una risposta ugualmente dignitosa", ha detto il guardasigilli, Clemente Mastella. Ha aggiunto di avere rispetto delle posizioni, anche contrarie all'indulto, che si sono manifestate e ha ribadito che "l'unica posizione che non era accettabile una discriminazione morale" tra i favorevoli all'indulto e i contrari "depositari di un'etica moralistica che non mi appartiene". Soddisfatto il presidente di ForzaItalia, Silvio Berlusconi: "Non facciamo una opposizione muro contro muro, quando le tesi della maggioranza ci convincono e riteniamo che siano nell'interesse del Paese, non abbiamo nessuna difficoltà ad aggiungere il nostro voto al loro".
Non si arrende il ministro Di Pietro che promette battaglia in Senato. Quello con il quale la Camera ha approvato il provvedimento di indulto "è stato un voto di scambio politico-parlamentare nel quale l'Unione ha svenduto la propria dignità politica cedendo al ricatto di Forza Italia", ha commentato il leader dell'Italia dei Valori. A chi poi invoca, dal centrodestra, le sue dimissioni dopo la battaglia ingaggiata contro lo stesso centrosinistra Di Pietro fa osservare che "questo provvedimento è stato fatto dal Parlamento con una maggioranza inedita e voluta dalla Costituzione".
Anche Magistratura democratica si schiera contro il provvedimento: con questo testo, sostiene il leader dlla corrente di sinistra delle toghe, Ignazio Juan Patrone, "la clemenza rischia di trasformarsi in un inganno per i cittadini e per quei 'dannati' rinchiusi nei gironi infernali dei nostri istituti di pena che nel giro di pochi mesi, se non di poche settimane, si ritroveranno tra quelle stesse mura fatiscenti dalle quali oggi li si vuole far uscire".