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Come colonna sonora 'I cento passi'. Come coreografia le mani in alto dei delegati "per mostrare a tutti che sono pulite". Al congresso dell'Idv arriva il giorno di Antonio Di Pietro. "Abbiamo da fare. Dobbiamo ripulire la piazza per fare il bene della democrazia" scandisce l'ex pm dal palco. Che annuncia la svolta dell'Idv: "Basta all'opposizione solo di pancia o di piazza. Se vuoi fare l'opposizione che urla solo nelle piazze va bene, c'è il nostro zoccolo duro che ci vota, che può essere il 2% o l'8%, dipende dal mal di pancia che c'è in quel momento". Ma non basta. "Come dice il mio amico Bersani (applaudito con Vendola al suo arrivo ndr) , di opposizione si muore. E' il momento dell'alternativa". Un'apertura che trova il plauso del Pd: "E' importante dire alternativa e mi fa piacere che l'Idv abbia fatto un ulteriore passo verso questa direzione" replica Bersani. Che, al termine, salirà sul palco per abbracciare Di Pietro. Innescando la reazione "preoccupata" dell'Udc e di Pier Ferdinando Casini. L'ex pm guarda al futuro. Dicendo di voler sconfiggere la politica di Berlusconi, affidando "la sua persona ai magistrati". Opposizione dura ma non solo, continua l'ex pm "per buttare a mare il governo Berlusconi". E per farlo, scandisce Di Pietro "abbiamo il dovere di trovare un punto d'incontro, tra il nostro programma e quello degli altri". Alleanze, dunque, "senza barriere ideologiche". "Passare dalla fase dell'opposizione alla fase dell'alternativa, questo il nostro obiettivo per il futuro. Perché oggi? Perché oggi abbiamo la forza per farlo, riteniamo di essere in grado di costruire questa alternativa. Ma da soli non ce la possiamo fare, dobbiamo cercare un'alleanza per costruire un'alternativa, perché sennò restiamo a fare opposizione. E io non voglio restare a fare opposizione, perché si può finire a morire di opposizione'' annuncia Di Pietro. Poi tocca alla Regionali. In particolare la Campania. Dove pesa il "non voto De Luca" pronunciato dall'eurodeputato Luigi de Magistris: "Deve sapere che rischiamo di consegnare la Campania alla fogna della camorra, ai Casalesi". Infine l'annuncio di voler restare nell'agone politico fino al 2013: "Il mio impegno è questo, poi farò il socio onorario, se sarà raggiunto l'obiettivo di ridare all'Italia un governo democratico. Passerò la mano, ma solo quando la nave dell'Idv sarà arrivata in porto" Genchi: "Finta l'aggressione a Berlusconi". "Nel lancio della statuetta del duomo di Milano a Berlusconi non c'è nulla di vero". Gioacchino Genchi, consulente informatico per diverse procure, scalda la platea del congresso dell'Idv. Per sostenere la sua tesi cita "l'esperienza in polizia" e i "video che tanti giovani propongono su YouTube per capire che nel lancio non c'è nulla di vero". Parlando di una "pantomima coronata da quell'uscita di quel fazzoletto nero ed enorme che sembrava quello di Silvan dal quale mancava solo che uscisse un coniglio" e ricorda anche la vicenda di diversi anni fa quando Berlusconi, all'epoca all'opposizione, mostrò "un 'cimicione' enorme che ritrovò nel suo studio accusando le procure rosse e che era chiaramente falso". Affermazioni che scatenano l'ira del centrodestra. "Ma come si permette lo spione Genchi?" protesta il vicepresidente dei senatori del Pdl Francesco Casoli. "E' inaudito che l'Idv presti la tribuna per esporre una tesi così grottesca e offensiva dell'intelligenza degli italiani", insiste il ministro per l'Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi. Di Pietro prende le distanze. "La teoria del finto attentato mi pare inimmaginabile e fantasiosa", afferma in una nota Di Pietro. "Purtroppo la statuetta in faccia al presidente del Consiglio c'è stata ed è stato un atto grave ed inaccettabile. Credo che sia bene non costruirci teoremi sopra". La rettifica. "E' evidente che il mio intervento di oggi è stato totalmente frainteso", puntualizza in una nota, Gioacchino Genchi. "Le mie parole, infatti, non facevano alcun riferimento alla dinamica dell'attentato e non intendevano affatto metterne in dubbio la veridicità. Mi riferivo, in realtà, a quanto accaduto immediatamente dopo - chiarisce il consulente informatico - ovvero, al fatto che la scorta del presidente del Consiglio non abbia provveduto con tempestività ed immediatezza ad allontanare il premier da quella situazione di grave pericolo". La reazione di Casini. Il leader dell'Udc non gradisce l'idea di un'alleanza tra Pd e Idv. Tanto più alla luce dell'intervento di Genchi. "Un partito che non riconosce nemmeno l'aggressione a Berlusconi è un ostacolo per ogni alleanza di governo". Per Casini, l'Idv "è un partito di rissa, nemmeno di piazza.... Non è un partito serio un partito che dà voce a Genchi".

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