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«Riscossa civica». Così Pier Luigi Bersani descrive il senso del «nuovo Ulivo» a cui vuole dar vita: «Un'altra Italia che riprenda la spinta e la fiducia di potere crescere per lasciarsi alle spalle Berlusconi». Il segretario del Pd arriva a sorpresa in serata al meeting di Cl di Rimini e scherza con i giornalisti sorpresi: «Sono venuto come sempre negli ultimi anni, mica volete cacciarmi via?». Appare in forma, quasi galvanizzato, e pieno di vis polemica nei confronti del governo: «Al di là di questo vergognoso agosto non ce la possono fare. Il disfacimento è profondo, non arriveranno alla fine della legislatura».

Quanto al nuovo Ulivo rilanciato appena due giorni fa con una lettera a Repubblica, «è l'idea di forze politiche che si mettono al servizio di una riscossa civica. L'ho richiamato Ulivo e lo voglio adattare ai tempi nuovi, perché lì dentro c'era una spinta che non veniva solo dalla politica ma era anche una riscossa civica».

L'idea di alleanza che ha in mente Bersani è, come lui stessa l'ha definita, a «doppio cerchio»: ossia il nuovo Ulivo, da costruirsi con tutti i progressisti (da Pd a Di Pietro a Vendola ai socialisti alla società civile, anche se Bersani non l'ha specificato), e un'alleanza democratica con questo nuovo Ulivo e con tutte le forze contrarie al berlusconismo (da Casini all'area di Montezemolo fino – forse – a Fini e ai finiani, anche se Bersani non l'ha specificato. Una proposta, questa dell'alleanza democratica, che risponde al «no alle sante alleanze» di Walter Veltroni. Attorno a Bersani si è subito raccolto quasi tutto il gruppo dirigente del partito, compresi Dario Franceschini e Piero Fassino: Veltroni appare un pò più isolato nella sua stessa "corrente" di minoranza. Ciliegina sulla torta, la «grande soddisfazione» dell'appoggio di Romano Prodi, che ha benedetto il nuovo Ulivo («bene, il nuovo Ulivo sia punto di riferimento per rimettere in ordine i conti del registro Italia»). Forte del consenso interno, Bersani deve però registrare i distinguo dei futuri coinquilini. Se Nichi Vendola mantiene la consegna del silenzio, per Sinistra e libertà parla Claudio Fava: servono le primarie subito, a ottobre. Quando ad Antonio Di Pietro, il paletto è che il perno del nuovo Ulivo siano il Pd e il suo partito, l'Idv. Cautela pure sulle alleanze: «Che c'azzeccano Udc e finiani?».

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