Il Giappone volta pagina. Il partito di Yukio Hatoyama, da oltre 50 anni all’opposizione, ha vinto le elezioni. Per ora si dispone solo di exit polls, ma la vittoria dei democratici è talmente netta, che è stata già riconosciuta anche dagli avversari. Hatoyama ha vinto promettendo il cambiamento in un paese in grave crisi, economica e politica. Nel suo primo discorso da vincitore ha annunciato di volere formare una coalizione con due partiti minori, il partito Socialdemocratico, più a sinistra e il Nuovo partito del popolo, più a destra. Non ne avrebbe bisogno: il suo partito dispone della maggioranza assoluta. Secondo gli exit polls i democratici hanno tra i 298 e 329 seggi su 480 della camera bassa. E controllano già quella alta. Il premier uscente Taro Aso, che si era visto annunciare la sconfitta in tutte queste settimane, aveva sempre tentato di far valere l’esperienza di governo del suo partito. Ora di fronte al trionfo del nuovo si è assunto al piena responsabilità di questa sconfitta definita storica. E ha annunciato le dimissioni da leader del partito liberale. Altri tre pezzi grossi del partito hanno fatto altrettanto. L’affluenza alle urne è stata intorno al 70 per cento, più di quattro anni fa, a dimostrazione di quanto questo scrutinio fosse stato percepito fin dall’inizio come cruciale per il Giappone.