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Claudio Scajola Fino a qualche mese fa la cosa peggiore che si imputava a Scajola era l'essersi fatto pagare "a sua insaputa" una casa a Roma vista Colosseo, fatto per cui si era dovuto dimettere da ministro dello Sviluppo economico. Ma a pensar bene la cosa peggiore era stata quando da ministro dell'interno aveva tolto la corta a Marco Biagi, ma sopratutto le sue dichiarazioni a morte avvenura del giuslavorista che ne provocarono le dimissioni da ministro. "Era un rompicoglioni".

Il suo anno orribile inizia quando Francesca Pascale convince Berlusconi a non candidarlo per le elezioni europee per paura che metta in ombra Giovanni Toti nella circoscrizione Nord Ovest, prendendone più voti. In Forza Italia è in corsa una lotta senza esclusione di colpi per la successione a Berlusconi e Scajola che pur non si è posizionato in nessuna fazione da fastidio a quella della Pascale che teme il confronto con Fitto al Sud.

Berlusconi non poteva immaginarlo, ma in mezzo a tutti i guai che ha, questa è stata una mossa provvidenziale. L'8 maggio scorso, infatti, Scajola è stato arrestato con l'accusa di aver cercato di aiutare la latitanza dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e di voler pianificare un suo trasferimento verso il Libano.

Ma il peggio deve ancora arrivare e il fantasma di Marco Biagi torna nel destino di Scajola. Tra le centinaia di carte trovate dalla Guardia di Finanza nell’archivio di Claudio Scajola, affidato al suo segretario Luciano Zocchi c’erano anche scritti che svelerebbero un ruolo ben diverso da quello finora emerso nelle indagini sulla mancata scorta al professor Marco Biagi. Mentre Scajola aveva all'epoca dichiarato e cioè che non sussistevano «pericoli immediati e imminenti»; ora si verrebbe a scoprire che era conoscenza di svariate minacce subite da Biagi. All'epoca Roberto Maroni (allora ministro del Lavoro), Maurizio Sacconi (allora sottosegretario al Lavoro), avevano cercato di sollecitare Scajola a riattivare la scorta a Biagi, ma invano. Ora si indaga su Scajola anche per concorso in omicidio (credo sia questa la contestazione), visto che le stesse Nuove Brigate Rosse avevano dichiarato all'epoca che avevano eseguito l'attentato a Biagi proprio perchè scarsamente protetto.

Il mio parere è che Scajola considerando Biagi "un rompicoglioni" abbia per dispetto negato la scorta senza considerare le conseguenze. E' un comportamento che fa agghiacciare, ma sembra essere la triste realtà.

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