Dall'inizio di gennaio, Dilma Rousseff, una economista di 62 anni, sarà la prima donna presidente del Brasile. Ieri ha ampiamente sconfitto al ballottaggio (55 a 45 con il 90% dei voti scrutinati) José Serra, candidato del Psdb, il partito socialdemocratico brasiliano, ed ex governatore di San Paolo. Dilma è nata il 14 dicembre del 1947 a Belo Horizonte e, quando Lula la scelse come candidata a succedergli alla guida del gigante sudamericano (193 milioni di abitanti, ottava potenza mondiale), è diventata famosa in tutto il mondo come "l'ex guerrigliera" perché, giovanissima, negli anni della dittatura militare (1964-1985) fece parte dei gruppuscoli armati dell'estrema sinistra. Venne arrestata dai militari, torturata, e trascorse tre anni in carcere. Figlia di un avvocato ed imprenditore bulgaro e di una maestra elementare brasiliana, Dilma crebbe in un ambiente agiato e borghese. Dopo la parentesi nella lotta armata si trasferì a Porto Alegre, nello Stato del Rio Grande do Sul, uno dei più floridi con quello di San Paolo del Brasile, dove terminò gli studi di economia ed iniziò la carriera politica nel partito socialista di Leonel Brizola, che sarà a lungo sia alleato che avversario di Lula nella sinistra brasiliana. La svolta nel 2002 quando entrò nel primo governo Lula come ministro dell'Energia e, poi tre anni più tardi, quando nel terremoto dello scandalo del "mensalào" (fondi neri ai deputati per far approvare leggi) che costò il posto a José Dirceu (uomo forte del partito di Lula e candidato alla successione) venne chiamata al ministero della Casa Civil, in Brasile una sorta di premierato. Poco più di un anno fa, il presidente Lula la impose al partito come candidata alla successione nonostante fosse praticamente una sconosciuta per il vasto elettorato brasiliano (140 milioni di votanti) . Da allora una marcia trionfale grazie all'appoggio diretto (e anche scorretto) del presidente in carica con un solo problema il3 ottobre scorso quando non riuscì—come invece prevedevano i sondaggi — a battere i suoi avversari al primo turno. Tutte le difficoltà di Dilma, ben poco aiutata dai grandi mass media e network locali, vennero da alcune sue vecchie dichiarazioni prò-aborto — argomento che in Brasile è quasi un tabù— in seguito alle quali il voto degli evangelicisiconcentrò sull'ecologista (edexministro dell'ambiente) Marina Silva, togliendole la vittoria. Ieri però nessuna sorpresa, la Rousseff ha staccato Serra di dieci milioni di voti e Lula ha incassato la sua scommessa. Tra due mesi lascerà la presidenza alla sua preferita che avrà il compito di proseguire l'opera governando lo sviluppo di un paese che tra meno di cinque anni potrebbe essere la quinta potenza economica mondiale.