Cronaca politica - il sito di zon@ venerd́Ps - Partito Socialista - il sito di zon@ venerd́



«Il sistema tedesco in Italia verrebbe adottato con più di quindici anni di colpevole ritardo: quando fu il Psi a porre il problema elettorale come il cuore della questione istituzionale, esso venne deriso, sia quando si propose un sistema proporzionale con lo sbarramento e, ancor più, quando si introdusse, nel dibattito politico, l’ipotesi dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica». 

Così il leader del Partito socialista, Bobo Craxi (foto), entra nel dibattito sulla legge elettorale, nel momento in cui il Governo sembra arrivato a fine corsa, e il presidente della Camera Bertinotti, intervenendo ieri sull'argomento, ha uspicato l'adozione proprio del sistema tedesco, che prevede uno sbarramento al 5%.

«Con tanti "galli" a cantare, sui sistemi elettorali - ha attaccato Craxi - , si rischia di non far mai arrivare l’alba, mentre minaccioso incombe un "referendum-trappola" che appare una vera minaccia politica». 
Il sottosegretario agli Esteri invita ad incoraggiare «le forze maggioritarie del centro-sinistra a perseguire la strada di un riformismo elettorale realista», plaudendo all'iniziativa del vicepremier Francesco Rutelli, che «ha il merito di aver rotto gli indugi. E ha fatto bene».

Craxi - che sta lavorando con Boselli e De Michelis alla ricomposizione dell'area socialista - attacca il Partito democratico: «i problemi li ha innanzitutto in casa propria il neonato Pd, poiché non vedo su questo punto, essenziale per la democrazia del nostro Paese, come esso possa esprimere una posizione unitaria». 

Secondo il segretario del Partito socialista «gli esponenti del Pd sono d’accordo solamente su una cosa: «sull’eliminazione dei partiti piccoli e delle minoranze politiche, anche del centro-sinistra, riformisti compresi». In tal modo, secondo Craxi «la legge elettorale rischia di non fare neanche un passo in avanti».

Craxi conlude la sua invettiva sul Pd e la riforma elettorale con un avvertimento: «I partiti minori esistono, non sono un’invenzione del Signore e devono poter contare di un relativo peso democratico pari al proprio consenso elettorale, come avviene in ogni democrazia che si rispetti: basterebbe guardarsi attorno, in Europa, anche perché il nostro sguardo politico sempre lì dovrebbe andare a cadere».

Per commentare scrivere qui