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Conta poco che si chiami "polo della nazione" o "polo per l'Italia" conta invece che i cento parlamentari dei partiti del Terzo polo, tra deputati e senatori, da oggi parlino con "una sola voce". Denominatore comune: operare "per il bene del paese", per "riunificare l'Italia e pacificare il paese".

Sono le sette di sera quanto Pier Ferdinando Casini lo annuncia dopo un vertice con Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, con l'Mpa e Liberaldemocratici, Giorgio La Malfa e Paolo Guzzanti, convocato all'hotel Minerva a Roma. Una mossa, non solo per serrare le fila contro il pressing del Cavaliere intenzionato ad attrarre i singoli parlamentari delusi dopo il voto di fiducia di ieri ("ininfluente" per Casini), ma per battezzare una forza di "opposizione responsabile seria e pronta a confrontarsi su eventuali provvedimenti che vadano incontro agli interessi generali degli italiani, a partire da quelli economico-sociali e dalle grandi riforme che servono al paese".

"C'e' bisogno di lavorare per l'Italia senza polemiche, dopo il momento degli scontri, dopo la giornata di martedi', ora c'e' un governo e c'e' un'opposizione responsabile - spiega Casini - di piu' di 100 parlamentari che decidono di confrontarsi per il bene del paese. Non e' nostra intenzione fare guerre di religione a nessuno, ma piuttosto cercare di unificare le forze responsabili". "Altro che morto!", dice Rutelli replicando a Berlusconi che dava per chiusa ancor prima di nascere l'esperienza del terzo polo. "Oggi - scandisce - nasce un nuovo polo e sembra robusto.

E' Berlusconi che ha più problemi di prima". Il voto di ieri dunque non ferma il progetto 'terzista' che anzi guarda avanti e mette a punto le prossime mosse da compiere: a gennaio i cento parlamentari del nuovo coordinamento si riuniranno in assemblea per individuare le strategie organizzative della loro azione (si pensa ad una federazione) e per presentare al Parlamento e al paese le priorita' programmatiche su cui aprire il confronto con il governo e con le altre forze di opposizione responsabile.

E tanto per dare il senso di un progetto ben avviato e di prospettiva la nuova 'formazione' avrebbe addirittura pensato a come presentare le liste in caso di voto anticipato oltre che per le amministrative. Si penserebbe infatti ad un'unica lista per il Senato e a due liste per la Camera: una costituita dall'area cattolica (Udc e Api) e un'altra 'laica' formata da Fli, Mpa e gli altri partiti. Sul nome non ci si e' ancora accordati; se ne e' parlato in un pre-vertice a Montecitorio tra Casini, Fini e Bocchino.

C'e' chi preferirebbe Polo della Nazione (le cui quotazioni sembrano in salita), oppure "Polo per l'Italia" (come piacerebbe di più a Casini), ma si vedrà. Non e' infatti da escludere che il leader dell'Udc possa accettare un nome diverso da quello indicato da lui se è vero, dando ascolto ai primi rumors, che la leadership di una futuribile federazione potrebbe toccare a lui. Ma oggi conta la sostanza e Rocco Buttiglione - per dire, 'intanto uniamoci poi parliamo' - scomoda niente meno che Benjamin Franklin che al Congresso costituente degli Stati Uniti D'America disse: "O stiamo tutti insieme o ci impiccano uno per uno".

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