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Bersani (Pd): "Se si riflette di una fase nuova siamo pronti a sostenere una transizione. Le priorità sarebbero la legge elettorale, l'emergenza sociale e la bonifica delle norme che favoriscono la corruzione. Dopodichè ci sarano elezioni in cui ognuno fa la sua proposta al Paese, in una logica bipolare, e si apre una fase nuova".

Casini (Udc):''Non sono diposto ad entrare ne' ad aiutare. Resto fedele al ruolo e all'impegno che ci hanno dato i nostri elettori che è quello di essere all'oposizione di questo Governo. Ho invece detto in ogni sede, in quelle pubbliche come nelle cene private che siamo pronti ad impegnarci per un nuovo governo di responsabilità nazionale che affronti insieme i grandi problemi che il nostro Paese ha davanti e finalmente realizzi le riforme necessarie. Non ci nteressa un governicchio per tirare a campare. Puo' anche essere che la campagna acquisti del Pdl, che io considero un'indecenza, sia gia' partita. Ma sono assolutamente certo dei parlamentari Udc: sono persone serie, coerenti al loro impegno politico. Questa maggioranza potrebbe anche trovare il modo di rappatumarsi e tirare avanti per un po' di tempo. Ma è evidente comunque che non sarebbe altro che un tirare a campare, non un governo. Ormai in questa maggioranza si è arrivati agli stracci. Il Paese, invece, avrebbe assoluto bisogno di un governo che governi davvero''.

Rutelli (Api): ''Nessuno pensi di spendere il nome di un movimento politico che è nato in modo coraggioso, nuotando controcorrente, per operazioni balnerari. Detto in cinque parole: non c'è trippa per gatti'. La crisi del Pdl, inoltre, sancisce la crisi irreversibile del bipolarismo. Noi non siamo interessati a pasticci di corto respiro ma a far nascere un nuovo Polo dopo il fallimento di questa lunga stagione che ha aggravato la crisi del paese. Per riuscire è indispensabile la riforma elettorale, con l’eliminazione del premio di maggioranza, che inchioda la destra all’alleanza con la Lega, e la sinistra con i giustizialisti. Il nascente Polo democratico, liberale e popolare dovrà assumere la responsabilità delle riforme, indispensabili al paese e troppo a lungo rinviate".

Di Pietro (Idv): "Ho già lanciato il mio appello a Fini e a Bersani per votare una mozione di sfiducia e tornare nuovamente alle urne. Non ho ricevuto risposte. Ribadisco che non può esserci, da parte dell'Italia dei Valori, un eventuale appoggio ad un governo delle riforme. Perchè, con questa maggioranza al potere, non possono esistere riforme utili al Paese ma solo ai loro interessi".

Bossi (Lega): ''La Lega fortunatamente ha qualcosa come 20 milioni di uomini pronti a battersi fino alla fine. Se non c'e' democrazia nel Paese, la portiamo noi. Noi preferiamo andare ad elezioni piuttosto che avere un governo tecnico".

Lombardo (Mpa): ''Le elezioni ci saranno, ma fra tre anni. Si tratta di stringere un patto di legislatura tra alleati che dovranno essere tali anche in vista delle prossime elezioni, perchè per fare le riforme necessarie non bastano tre anni, ma ne servono trenta''. Sul piano nazionale, quasi nulla del programma per il Sud che è stato sottoscritto alla vigilia delle scorse elezioni è stato realizzato. Da ora in poi, vogliamo vedere atto per atto cosa portiamo a casa. Se nulla, non vedo perchè dobbiamo votare contro gli interessi dei nostri elettori. Comunque Fini resta il nostro interlocutore privilegiato".

Poli Bortone (Io Sud): «Se Fini mi chiedesse di entrare nel nuovo gruppo parlamentare al Senato ci penserei e valuterei la cosa con molta attenzione».

Riporto qui inoltre anche i pareri dei leader dei partiti non parlamentari:

Ferrero (Federazione della sinistra Prc-PdCi): ''Dopo aver fatto tanti danni agli italiani, la maggioranza per fortuna non c'è più: adesso la parola torni immediatamente agli elettori, in modo che sia possibile chiudere con Berlusconi e il berlusconismo. Noi proponiamo a tutte le forze di opposizione di fare un patto democratico per difendere la Costituzione, uscire da questo disastroso bipolarismo e affrontare finalmente i problemi sociali del paese. Liberarsi di Berlusconi e' giusto. Liberarsi di Berlusconi e' possibile''.

Bonelli (Verdi): ''Tutte le opposizioni costruiscano immediatamente un'alternativa di programma e di progetto di governo che possa chiudere definitivamente l'era del berlusconismo. Di fronte alla fortissima crisi della maggioranza che sostiene il governo Berlusconi è necessario che le forze d'opposizione non si facciano trovare impreparate come oggi. C'è bisogno di un'immediata riunione delle forze d'opposizione in Parlamento e fuori dal Parlamento. Quello che sta accadendo in queste ore è gravissimo e apre per il Paese una fase di crisi politica i cui risvolti non sono prevedibili e possono portare anche alle elezioni anticipate. Non e' più possibile che alla disgregazione del Pdl non corrisponda una capacità di mobilitazione delle opposizioni''.

Nencini (Psi): ''Berlusconi dice che il governo non è a rischio. Noi diciamo invece che e' a rischio il futuro e l'equilibrio democratico del paese, ostaggio della lotta per bande nel partito di maggioranza. Mai come oggi servirebbe un gesto di responsabilità, che noi decliniamo nella proposta di un Governo istituzionale anticrisi, che coinvolga la maggioranza e le forze piu' responsabili dell'opposizione, unite da un patto per realizzare le riforme piu' urgenti. La crisi di questa maggioranza è conclamata da tempo e le difficoltà di Berlusconi non nascono dalla condotta di Fini. Nascono dalla forbice tra promesse, impegni mantenuti e leggi fatte o da fare in omaggio al Signore in un'Italia più debole e piu' insicura. La percezione netta, insomma, anche tra chi ha votato per il Popolo della Liberta', che gli interessi privati prevalgono sulla ragion di Stato''.

Storace (Destra), Fatuzzo (Pensionati), Vendola (Sel) e Staderini (Radicali)  non hanno rilasciato commenti.

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