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E se il risultato delle amministrative dello scorso anno era sembrato uno sconquasso nello scenario politico; quelle di quest'anno sono proprio un tornado. Il fatto è che ci si sarebbe aspettati che dopo la vittoria di De Magistris a Napoli, i politici avrebbero preso atto della situazione e lottato contro la crisi; invece nonostante la caduta di Berlusconi (dovuta più a questioni esterne) ci si è arrocati nel "sostegno a un governo tecnico senz'anima" (cit. Leoluca Orlando nuovo sindaco di Palermo). La situazione è talmente grave che la gente presa dalla crisi economica e dalle tasse esagerate di questo governo ha rinunciato anche ad andare a votare. Solo il 50,1% è l'affluenza media di voto: un record neghativo per l'Italia. Se questo non bastasse il voto è avvenuto tra un attentato a una scuola (a una scuola di Brindisi, con una morta, una ferita grave e altre quattro in prognosi riservata) e un terremoto nel modenese (con danni irreversibili a edifici medievali e 5.000 sfollati). Ma c'è da segnalare anche i sonori fischi all'inno nazionale quando Arisa lo intona prima della finale di Coppa Italia di calcio tra Juventus e Napoli (poi vinta dai partenopei).

Questo basterebbe per denotare la forte crisi che attraversa il nostro paese anche senza parlare dei risultati. Del resto  queste sono state le elezioni delle praterie dove alcuni commettono errori enormi e altri vanno a caccia di elettorato altrui. Il Pdl ha perso quasi da pertutto, trattenendo solo Catanzaro, Gorizia e Lecce al primo turno e Frosinone, Trani e Trapani al secondo. Un partito, il Pdl che si nasconde dietro la scarsa affluenza e che crede facendo votare il M5s dove non è arrivato in ballottaggio e ripresentanto alle politiche del prossimo anno con un nuovo nome risolverà i suoi problemi. La Lega Nord ha pagato pegno per le inchieste sulla famiglia Bossi; ma in realtà per un comportamente di chi si credeva intoccabile. La Lega ha perso tutte le città che doveva rinnovare conservando solo la Verona di Tosi, che sembra più un successo personale che uno di partito (lista personale al 37% e quella di partito al 10%). Infine il Terzo Polo può considerarsi già al capolinea, concludendo la sua breve vita. Volevano davvero essere la nuova destra presentandosi dappertutto separati. Api e Mpa poi rischiano addirittura l'estinzione per i guai dei loro leader; mentre Fli e Udc dovranno fare attenzione alle scelte che far5anno di qui in avanti. Potrebbe essere il loro ultimo anno di vita (sopratutto per il Fli). Infine Montezemolo che dopo molti annunci sembra essersi convinto a schierare la sua Italia Futura nell'agone politico, occupando il vuoto lasciato dal Pdl. 

Al centrosinistra va meglio e si direbbe che da questo lato si possa cantare vittoria; se non fosse che anche qui ci sono molte evidenti crepe. Il Pd vince, ma sopratutto se si allea con Idv e Sel e raramente con l'Udc come invece vorrebbe D'Alema. Ma c'è di più: quando vince (vedi Genova) lo fa con un candidato di un altro partito (Doria di Sel) che ha sconfitto il suo alle primarie. Poi c'è il caso Idv, che anche se viene dimezzato come consensi dall'offensiva del M5s, conquista grazie a Orlando la città di Palermo; ribellando a un candidato che non solo era fuoriuscito pochi mesi prima dal partito per entrare nel Pd, ma che era appoggiato da Lombardo (motivo di estrema crisi nel centrosinistra siciliano). Sel pur conquistando Taranto e Genova perde consensi e non riesce a imporsi. Poi c'è Grillo che vince a Parma, dovendo adesso dimostrare di saper governare (anche se è facile fare meglio della precedente amministraziobne che ha lasciato 600 milioni di debiti). Questa voglia di ribellarsi a questa classe politica ha portato il M5s ha essere il terzo partito accreditati del 12,5% e a sfondare nell'ex elettorato monolitico emiliano-romagnolo.

Ma le elezioni dell'anno prossimo saranno le prime della terza repubblicao dovremo attendere ancora?

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