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Le critiche sulla decisione del ministro della salute Livia Turco hanno colpito nel segno, ma dimostrano anche la ministra è persona ragionevole.

Per le nomine dei direttori scientifici degli IRCCS (istituti di ricerca, ricovero e cura), presenterà a settembre "un disegno di legge che istituirà un bando pubblico nazionale, per titoli e requisiti scientifici chiari e trasparenti. Le nomine verranno fatte in base alle graduatorie, vagliate da una commissione che potrà comprendere esperti di chiara fama internazionale, come accade negli altri Paesi".

L'istituenda commissione, udite udite, ri-esaminerà anche la contestatissima nomina all'Istituto Regina Elena di Roma, che ha visto trombato il prof. Cognetti a vantaggio di una personalità con un palmarès non particolarmente ricco, e comunque di gran lunga più corto del curriculum di Cognetti.

"Quando la legge sarà approvata - ha detto al riguardo la Turco - tutte le nomine verranno rifatte. Studieremo se sarà possibile introdurre nuove regole anche per la scelta dei primari".

Allo stato attuale, sulla base della cosiddetta legge Sirchia, la nomina dei direttori scientifici degli IRCCS è di competenza del ministro della salute, sentito il parere del governatore regionale.

Come si vede, la decisione è di esclusiva compteneza del personale politico, che mette il naso ormai dappertutto, anche quando manca della pur minima competenza nella materia di cui trattasi.

"Sono la prima - a detto Livia Turco - a trovare assurdo che il ministro, in assoluta solitudine, con la sua assoluta discrezionalità scelga i direttori scientifici". Ma "Sulla vicenda Cognetti ho la coscienza a posto. La scelta di Paola Muti è stata proprio l'opposto dello spoil system".

L'opposizione non si placa, ma preferiamo chiudere chiudere con il prof. Giorgio Parmiani, oncologo e direttore generale dell'Istituto Tumori di Milano, che apprezza l'apertura della Turco e commenta: "Quello che serve è modificare il meccanismo di selezione e nomina. Il ministro Turco, annunciando il progetto di riforma, con l'introduzione di un concorso, ha messo in moto un processo che, se attuato, porterebbe ad avvicinarci agli standard europei".

Però "Quello che è avvenuto ora è accaduto anche 5 anni fa, quando Cognetti venne designato senza alcuna selezione".

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