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Più donne, più competenze in lista

Chiede alla Quercia «uno sforzo in più» per equilibrare «rinnovamento e competenze». Giovanna Melandri pone «la questione delle donne» all’interno di una «riflessione più generale» che riguarda i gruppi parlamentari Ds. «Possibile - chiede l’ex ministro dei Beni culturali - che su ventotto deroghe ai limiti fissati per deputati e senatori che hanno compiuto due legislature solo cinque riguardino ricandidature femminili»?

Poche donne in lista nella Quercia, in sostanza?

Bisogna ricordare che le italiane sono state prese in giro dalla destra con la promessa delle quote rosa. E noi stiamo onorando l’impegno di proporci come un partito di donne e di uomini. Chiedo ai Ds ancora un passo, però. Nel prossimo Parlamento, infatti, ci sarà bisogno di competenze e capacità femminili.

Le mancate ricandidature non vengono equilibrate da nuove presenze femminili nelle liste?

Si sta facendo uno sforzo importante ma non basta ancora. Occorre rinnovare il gruppo parlamentare, naturalmente. Ma c’è un’altra bussola che va tenuta in considerazione. Quella, appunto, delle competenze e, in particolare, di quelle femminili, preziosissime, maturate in questa difficile legislatura. Perché non provare a premiare una pattuglia di senatrici e deputate che hanno dato un contributo eccellente al lavoro d’opposizione? Per ogni «no» pronunciato in questi anni bui sono stati espressi in Parlamento «sì» motivati, coerenti, propositivi. Molti di questi sono frutto del lavoro di compagne eccellenti che con una rigida applicazione del principio delle due legislature rischierebbero di rimanere fuori dalla Camera e dal Senato.

Ha nomi precisi da fare?

Certo. Laura Pennacchi, ad esempio, ha avuto un ruolo importantissimo nella battaglia contro le riforme economiche della Cdl che hanno scassato i conti pubblici e il sistema fiscale. A queste, anche per merito di Laura, l’opposizione ha contrapposto alternative serie e credibili. Un altro esempio? Alla riforma che ha minato l’unità nazionale abbiamo opposto i nostri «no», ma anche proposte serie frutto del lavoro straordinario di Elena Montecchi. E ancora. sulla giustizia, accanto ad Anna Finocchiaro - alla quale, come a me e Livia Turco, è stata offerta la deroga - ha lavorato con molto impegno Marcella Lucidi. Per non parlare della scuola e della cultura e del lavoro svolto in questi settori da Chiara Acciarini e Giovanna Grignaffini. O della sanità dove si sono impegnate Grazia Labate e Marida Bolognesi. Potrei continuare. Mi scuso, anzi, perché l’elenco dei nomi fa fare è sicuramente più lungo...

Insomma, troppe deroghe maschili e poche femminili?

Sia chiaro, io non contesto le deroghe maschili. Ma è possibile che su ventotto solo cinque riguardino le donne? Mi sento onorata di essere tra queste. Ma ritengo doveroso porre il tema, perché penso che si stia facendo un errore politico. Non pongo solo una questione di quote femminili che, tuttavia, esiste. Ma di competenze da salvaguardare. I primi cento giorni di vita del nuovo Parlamento, augurandoci naturalmente la nostra vittoria, saranno importanti e impegnativi. Servono, quindi, gruppi pronti al via, capaci di muoversi subito al meglio e di fare sponda all’azione di governo. Far tesoro delle competenze maturate in questi anni durissimi è un’esigenza che va di pari passo a quella del rinnovamento. Dentro questa riflessione va posta la questione delle donne.

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