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«L’uomo giusto al Quirinale», come scrive Gianfranco Pasquino sulla prima pagina dell’ Unità , oppure, come recita Il Foglio , «una proposta un po’ anomala che qualcuno potrà giudicare oscena»? Nello stesso giorno, da schieramenti opposti, il quotidiano fondato da Gramsci e quello diretto da Giuliano Ferrara lanciano la stessa suggestione: Massimo D’Alema al Colle. Un’ipotesi che appassiona e divide un terzetto di ex di Potere operaio, Lanfranco Pace, Oreste Scalzone e Franco Piperno. Il primo, che scrive sul Foglio , è l’autore del pezzo con cui Ferrara lancia la sua campagna di stampa, sostenuta da Piero Ostellino, Carlo Rossella e Giano Accame e destinata a diventare un tormentone. «D’Alema la sua dichiarazione di coalizzatore e di architetto di una innovazione del sistema l’ha già fatta e le è restato fedele, si chiama Bicamerale. Non converrebbe - suggerisce Pace - spedirlo al Quirinale su proposta e con i voti dell’opposizione?». A sinistra qualcuno l’ha letta come una provocazione, ma Ferrara smentisce. A modo suo. «Il nostro ragionamento è paradossale, vogliamo smuovere le acque, non si pensi però che siamo diventati dalemiani... Ci salva l’ironia». Basti leggere il finale del pezzo che lo scrittore catanese Ottavio Cappellani dedica oggi al presidente dei Ds: «Non fatemi pensare quanto sarebbe bello se fosse il centrodestra a candidare D’Alema. Non fatemi pensare quanto sarebbe bello se fosse Prodi a dire no». Dal pezzo di Pasquino non nascerà invece alcuna campagna. «La mia opinione personale è che D’Alema sarebbe un ottimo presidente della Repubblica - spezza una lancia il direttore dell’ Unità Antonio Padellaro - Ma noi non facciamo campagne sui nomi». I dalemiani ci vanno cauti. Giuseppe Caldarola vede nella proposta del Foglio «un alto grado di malizia», avverte che i Ds «non sono disponibili a consegnare il nome di D’Alema al frullatore mediatico» e auspica «impegni solenni e formali» da parte di Prodi. E Livia Turco protegge il suo leader, timorosa che possa bruciarsi ancora: «Fa piacere che attestati di stima arrivino anche dal centrodestra, ma questo non vuol dire che ci sia una candidatura di D’Alema».

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