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A sinistra del Partito democratico s'avanza una strana coppia di «naufraghi», che annuncerà la nascita di un nuovo movimento il prossimo undici maggio, quando a Milano inizierà il congresso dell'Arcigay. Meglio, un partito che avrà nel simbolo un chiaro riferimento alle coppie di fatto e come sigla userà un'abbreviazione molto in voga di questi tempi: lib-dem. Loro sono l'ex ds Franco Grillini e l'ex azzurro Alessandro Cecchi Paone, che da giorni lavorano alla costituzione di un vero gay party all'italiana: una formazione libertaria che tra i suoi obiettivi ha anche quello di partecipare al cantiere della sinistra socialista che in teoria va da Boselli a Mussi. Del resto, all'ultimo congresso ds quello di Grillini assomigliava molto a un intervento d'addio. Frasi forti contro la Chiesa e il «partito confessionale di Rutelli» e infine un colpo di teatro dedicato al proprio uomo presente al Mandela Forum: «Io lo amo il mio compagno e voglio sposarlo. E questo non lo può decidere Ruini, non lo può decidere Ratzinger, non lo può decidere la Margherita». Svanita, però, l'eco dell'ovazione scatenata da questa dichiarazione d'amore e di guerra, Grillini ha deciso di lasciare la Quercia, su cui è salito dopo la Bolognina, per cominciare «una navigazione in mare aperto con la speranza di raccogliere altri naufraghi per strada». E la zattera sarà un movimento pensato e realizzato con Cecchi Paone, altro fuoriuscito di rango, ma da destra. Sostiene Grillini: «Ho deciso di andare via dai Ds perché Fassino non ha risposto per niente alle domande che gli ho posto al congresso, dove mi hanno fatto parlare alle tre del pomeriggio di fronte a una platea vuota. Io gli avevo chiesto di dare una risposta certa a uno di questi sei temi: eutanasia, depenalizzazione delle droghe leggere, riduzione dei tempi di divorzio, coppie di fatto, legge 40 (che a Firenze Grillini ha definito una «porcheria», ndr) e legge anti-discriminazioni». Invece, a detta di Grillini, il segretario ds ha eluso ogni questione: «Nella sua replica, Fassino ha declinato la laicità solo come mero bisogno di leggi condivise. Questo significa che ogni volta che un testo non piace alla Binetti viene bocciato. E’ possibile? Questa legislatura finirà senza nemmeno una legge approvata sui diritti di libertà. A meno che non si voglia considerare in questo senso la revisione della Bossi-Fini, su cui la Chiesa ha detto sì. Ormai i Dico sono un cadavere che giace al Senato e sulle droghe leggere al congresso mi è toccato persino difendere Livia Turco, con cui ho litigato per vent’anni a causa dei suoi valori cattolici. La povera Livia è passata per una spacciatrice solo perché ha proposto una lieve modifica per la depenalizzazione». Per quanto riguarda, infine, il futuro, Grillini spera in una Bad Godesberg bertinottiana: «Oltre il Partito democratico ci sono due opzioni: il cantiere liberal-socialista e i neo-comunisti della sinistra europea. Io sono per il primo, in cui riunire tutti i laici. Ma se Bertinotti facesse una scelta socialdemocratica, allora sì che ci sarebbe finalmente una sinistra unita in Italia».

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