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«Decidano che cosa vogliono fare, contestare un magistrato è un metodo berlusconiano»

 dal Corriere - 23 aprile 2006


BOLOGNA — Punto e a capo. Lo ripete almeno tre volte, alla fine di ogni frase, scandita con voce marziale. «Adesso basta, non lasceremo più correre queste cose».
Il segretario bolognese dei Ds Salvatore Caronna è piuttosto arrabbiato e non lo nasconde. Convoca veloce una conferenza stampa al sabato mattina per mettere il timbro all'ennesima dichiarazione di crisi dei rapporti cittadini a sinistra, certificata da toni che si accordano ai capelli a spazzola da marine. Dice: «Sul tema della legalità, Rifondazione comunista ha abbandonato la strada della sinistra e ha abbracciato un'impostazione berlusconiana».
Mettiamola così: gli attacchi di Rifondazione e Verdi al magistrato Paolo Giovagnoli che ha contestato l'aggravante dell'eversione ai no global rei di avere occupato una mensa non hanno contribuito a migliorare il clima tra sinistra riformista e radicale. I Ds bolognesi danno i tre giorni al partito di Bertinotti. Caronna non usa la parola ultimatum, ma insomma: «Decidano cosa vogliono fare, e decidano in fretta. Non sono viandanti, hanno assunto un impegno di governo per la città».
Espressione di disgusto quando gli dicono che per Rifondazione in materia di giustizia ci sono due sinistre: «Le occupazioni, le autoriduzioni e il non rispetto delle regole non sono di sinistra».
A Bologna il clima in giunta torna a farsi spesso. La scelta di attaccare ad personam un giudice, con nome e cognome, e di chiedere l'intervento del governo nei suoi confronti, non è piaciuta a nessuno. «Personalizzare le situazioni è davvero molto pericoloso».
Così il vicesindaco Adriana Scaramuzzino, area Margherita ed ex magistrato. Verdi e Rifondazione rivendicano il loro diritto di critica. Definiscono «legittimo» l'ordine del giorno sull'argomento proposto in Consiglio comunale, che ha rotto la non solidissima tregua tra Ds e sinistra radicale.
Visto il clima sereno, si è fatto sentire anche l'ex leader disobbediente Francesco Caruso. Pronto a sfidare il magistrato Giovagnoli, dice, denunciandosi per una autoriduzione fatta nel 1996, dieci anni prima di essere eletto deputato con Rifondazione. «Lo faccio per rendere ancora più ridicole le persecuzioni politiche di questo pm». Caruso ha aggiunto: «Sono un deputato eversore». Così, tanto per non farsi mancare nulla.

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