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I controlli aumenteranno, ''questo e' evidente. Ma gran parte dei controlli avviene in via automatica. Per questo cambieremo radicalmente la struttura dell'anagrafe tributaria e la imposteremo sull'individuo, sul contribuente''. Cosi' il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco, in un'intervista al Corriere della Sera, spiega come si svolgera' la guerra all'evasione fiscale decisa dal Governo Prodi, un'evasione, dice il viceministro, che ''e' di massa e copre interessi molto forti'' e il cui ''recupero - chiarisce Visco - serve a ridurre le aliquote, ad abbassare le tasse quando sono eccessive''.
Oggi, spiega Visco, la struttura dell'anagrafe tributaria e' ''organizzata per imposta. Si puo' sapere tutto sull'Irpef, l'Iva, o le altre imposte che ciascuno di noi paga. Ma per avere un quadro completo di ogni contribuente bisogna fare una serie di passaggi. Si tratta di riorganizzare tutto in modo piu' funzionale per avere subito la fotografia dell'attivita' economica e del comportamento fiscale di ognuno''. Con la riorganizzazione si potra', spiega ancora Visco, sapere tutto su una persona, ''anche le sue partecipazioni societarie''; sono dati pero', aggiunge Visco, ''che l'amministrazione gia' possiede, basta ordinarli''.
L'amministrazione va dunque potenziata? - gli chiede Sergio Rizzo - ''Il lavoro va riorganizzato. Uno dei problemi e' che la Guardia di Finanza era impiegata in misura insufficiente per la lotta all'evasione. Ma siccome i controlli non erano piu' considerati necessari, le Fiamme Gialle si occupavano di clandestini. Sono cose su cui ora si deve lavorare, ma questo non dev'essere un alibi per non affrontare l'altro corno del problema'', cioe' ''la spesa pubblica. Il gettito tributario si e' ridotto di 1,3 punti di Pil e le spese correnti primarie sono salite di 2,5 punti rispetto a cinque anni fa.
Se si fosse mantenuto quel livello oggi avremmo il debito pubblico sotto il 100% e non avremmo problemi di bilancio''.
Per il ministro del Lavoro Cesare Damiano va subito corretta la riforma Tremonti, in mdioo da aiutare la fasce sociali piu' deboli.
''Si tratta di redistribuire risorse a vantaggio delle fasce sociali penalizzate dalla politica del precedente Governo.
Non scordiamioci che il secondo modulo della riforma fiscale di Tremonti destina sei miliardi di euro a favore dei redditi alti. Ecco, potremmo cominciare da li', invertendo la direzione e cambiare le aliquote di chi sta piu' in basso''.
Il ministro del Lavoro ruiassume cosi', in un'intervista a Repubblica, la filosofia delle riforme che il Governo Prodi intende lanciare in campo fiscale. ''In Italia - spiega Damiano - ci sono milioni di lavoratori che in media non guadagnano piu' di 1.200 euro netti mensili''.
A conferma che esiste un vero problema di equita' sociale al quale dobbiamo guardare con attenzione se vogliamo che il Paese cresca in maniera positiva''. ''Non ci puo' essere - aggiunge il ministro del Lavoro - un vertice della piramide sociale con pochi ricchi e una base larga composta dal lavoratori a basso reddito. Uno squilibrio che nasce soprattutto dall'enorme problema dell'evasione fiscale che va affrontato e corretto nell'interesse di tutti''. Non si tratta pero' di una sorta di ''vendetta sociale'', come sostenuto da alcuni commentatori, e definita da Damiano come ''tesi priva di fondamento''. Semmai, conclude il ministro del Lavoro, ''bisogna conquistare quei ceti sociali che hanno votato per il centrodestra''.

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