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Da «Rivoluzione Civile» a semplice «Azione civile». Antonio Ingroia fa un passo indietro dopo il deludente risultato elettorale di febbraio. «Ma non vogliamo essere l'ennesimo movimentino politico nell'area di Sinistra - afferma Ingroia -. Vogliamo costruire una casa comune dei cittadini per cambiare l'Italia» annuncia a Roma durante una conferenza stampa. La prima assemblea nazionale di Azione Civile si svolgerà il 22 giugno: «Contiamo di fare un'assemblea nazionale degli aderenti e dei sostenitori - ha spiegato - ma aperta a tutti quelli che vogliono discutere del documento "Per una rivoluzione democratica"». Poi a chi gli chiede del suo futuro e della possibile destinazione di Aosta risponde: «Il movimento Azione Civile va comunque avanti a prescindere dal destino professionale di Antonio Ingroia».

In precedenza con una nota congiunta Antonio Ingroia (Azione Civile) con Angelo Bonelli (Verdi), Luigi De Magistris (Movimento Arancione), Oliviero Diliberto (Pdci), Antonio Di Pietro (Idv), Paolo Ferrero (Prc) e Leoluca Orlando (Rete2018), avevano annunciato la fine di Rivoluzione Civile: «Si è preso atto che le scelte strategiche future dei singoli soggetti sono incompatibili con la prosecuzione di un progetto politico comune, quanto meno nell'immediato. Resta intatta la stima reciproca tra tutte le forze che hanno dato vita a RC e la volontà di mantenere comunque interlocuzioni finalizzate al profondo cambiamento politico, culturale e sociale dell'Italia. Resta inoltre forte il convincimento che nel nostro Paese la presenza in Parlamento di rappresentanti delle forze unite attorno a Rivoluzione Civile avrebbe portato un arricchimento importante al dibattito per la realizzazione di una legislazione avanzata sul terreno dei diritti sociali e civili, della legalità, dell'etica nella politica e di un nuovo impianto istituzionale. Il contrario di quanto purtroppo è avvenuto».

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