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Pena di morte


In autunno l'American Law Institute, un istituto giuridico molto influente composto da oltre quattromila membri tra giudici, avvocati e professori universitari, e che oltre 50 anni fa aveva creato la struttura di base del moderno sistema che regola l'applicazione della pena capitale, ha definito ufficialmente lo stesso sistema "un fallimento" e ne ha preso le distanze. Per gli abolizionisti è un passo decisivo verso la fine delle esecuzioni capitali negli Stati Uniti. 

Il 23 ottobre 2009, l'American Law Institute (ALI) aveva infatti votato a grande maggioranza una sostanziale marcia indietro: con solo poche astensioni, infatti, il consiglio dell'Istituto ha ritirato una sezione del suo modello sulla pena di morte (la sezione 210.6) alla luce "degli attuali insolubili ostacoli istituzionali e strutturali, e nel tentativo di garantire un sistema più adeguato alla gestione della pena di morte". Un compromesso, e alcuni membri avrebbero voluto che il consiglio si pronunciasse contro la pena di morte completamente. Ma un importante segnale. 

Secondo quanto scrive il New York Times, il passo è "epico". Ci sono stati infatti importanti sviluppi sulla pena capitale durante l'anno. Il numero delle sentenze è diminuito, l'Ohio ha cambiato la composizione chimica dell'iniezione letale e il Nuovo Messico l'ha definitivamente abrogata. Ma il primo segnale veramente importante verso l'abolizione è quello arrivato dall'Ali. 

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