Quando si avvicinano le elezioni - e il rischio di perderle è molto
alto - allora vanno bene tutti i voti che si possono raccattare, anche
quelli di gay e lesbiche che per undici anni hai evitato e, anzi,
umiliato con una legge che vieta il matrimonio gay.
Sotto elezioni - lo sappiamo anche in Italia - i politici fanno a
gara per ingraziarsi l’elettorato, compresa la minoranza lgbt; è quello
che sta succedendo in Australia, dove il premier uscente John Howard si prepara a equiparare
alcuni diritti dei conviventi dello stesso sesso con i diritti delle
coppie sposate, inclusa la pensione e vantaggi fiscali. Tutto questo
senza eliminare la legge, voluta sempre da questa maggioranza, che
appunto proibisce il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Per annunciare nuovi diritti ci vuole poco, bisogna vedere se diventano realtà.