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Editoriali


Matteo Renzi nuovo segretario del PdLo scorso 8 dicembre si sono tenute le primarie del Partito Democratico che hanno visto 2.900.000 persone recarsi nei 9.000 gazebo/seggi per eleggere il nuovo segretario del partito, che doveva succedere a Gugliemo Epifani (che però era solo un segretario di passaggio in quanto il vero segretario da sostituire era Pierluigi Bersani). La prima sorrpesa è stata appunto la partecipazione, in quanto era stato dichiarato dai tre candidati che sotto i due milioni la partecipazione sarebbe stata considerata un flop (per la verità gli ultimi giorni credento il peggio l'asticella era stata abbassata a 1.500.000). Sorpresa anche per l'esito, non tanto per la vittoria di Matteo Renzi, ma per la distanza dal secondo classificato (68% contro il 18% di Cuperlo) e dal terzo (14% di Civati).

Ora Renzi ha la necessità di realizzare quello che ha detto in campagna elettorale e cioè fare subito delle riforme tangibili perchè la gente che è inaspettatamente andata a votare è questo il mandato che ha dato a Renzi. Con un governo Letta in fase di stallo, Renzi devedeve realizzare o almeno mettere in cantiere quelle riforme che sono state promesse e non ancora realizzate e questo in tempo per le europee del prossimo maggio. Se così non sarà prevede che il Pd sia travolto da una debacle elettorale e la reputazione del nuovo segretario finirà rottamata come quella dei suoi predecessori. Legge elettorale, lavoro, Europa: questi sono gli obiettivi.

Il giorno prima (il 7 dicembre) si sono tenute anche le prime primarie della Lega Nord, quelle che dovevano decidere del dopo Maroni: i due candidati erano Matteo Salvini (che ha vinto con l'82%) e il redivivo Umberto Bossi (che si è dovuto accontentare del 18%). A differenza delle primarie del Pd, potevano votare solo gli iscritti (17.000 circa) e i seggi erano presente uno per ogni capoluogo di provincia. Alla fine i votanti sono stati circa diecimila.

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