In questi mesi i parlamentari del Movimento 5 Stelle si stanno facendo conoscere per delle iniziative davvero particolari. Partiamo da Grillo che invoca l'abolizione della cassa integrazione per i lavoratori di aziende in crisi; questo servirebbe per finanziare il reddito di cittadinanza (che secondo Grillo dovrebbe essere di mille euro). A parte la grande fesseria di abolire una risorsa che continua ad essere la salvezza di tanti lavoratori rimasti senza lavoro; ma poi con un reddito di cittadinanza così alto, chi lo cercherà mai un lavoro?
"Possiamo dire che siamo governati da un branco di ANALFABETI e FESSINI?". Comincia così il post su Facebook della deputata Giulia Sarti. Che ha proposto una riforma un po' spericolata del sistema pensionistico. "In Italia - scrive la Sarti - abbiamo 23.431.319 pensionati, i quali percepiscono complessivamente € 270.469.483.350. Se noi garantiamo - prosegue la Sarti - a tutti i pensionati 5000 euro al mese ci rimangono €153.312.888.350. Domanda: quanti redditi di cittadinanza possiamo garantire sapendo che la nostra proposta vale circa 30 miliardi?" Calcolatrice alla mano, i conti non tornano. Ed erogare 5000 euro al mese a tutti i pensionati - 60 mila euro all'anno - vorrebbe dire spendere la cifra record di 1.405.879.140.000 euro. 1400 miliardi: poco meno dei 1600 miliardi di euro dell'intero prodotto interno lordo nazionale. Abbastanza, insomma, per mandare in bancarotta il Paese in tempi rapidissimi.
A Parma la consigliera comunale Olimpia Adardi vince l'imbarazzo e si lancia in una danza del ventre per una finalità solidale per sensibilizzare la cittadinanza sull'emergenza dei senzatetto a Parma, nella "Notte dei senza dimora".
C'è ne anche per Nassiriya. «Tutti noi ricordiamo commossi i 19 italiani deceduti in quell’attacco kamikaze, e oggi siamo vicini ai loro familiari . A volte ricordiamo anche i 9 iracheni che lavoravano nella base italiana, ma non troppo spesso. Nessuno ricorda però il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch’egli fu vittima oltre che carnefice». Sono parole della deputata Emanuela Corda, nel corso della seduta alla Camera per commemorare la strage di Nassiriya nel decimo anniversario della strage .
Voleva prendere le distanze, perché «la vita è una cosa sacra» e non è mai condivisibile l’intento di chi uccide. Così, su Facebook, la senatrice Sara Paglini rimproverava la collega deputata Emanuela Corda per aver, in qualche modo, giustificato il kamikaze che provocò la morte di 19 italiani a Nassiriya, giusto dieci anni fa. Il problema però è che la Paglini, per articolare il suo distinguo, ha cercato delle pezze d’appoggio nella storia recente: «Non giustifichiamo tutto altrimenti mi verrebbe da pensare che un giorno si potrebbe anche dire che le stragi naziste, i morti in Siberia, i regimi violenti come quello di Pino Chet o i colonnelli in Argentina o Pol Pot in Cambogia furono voluti da vittime di un sistema politico deviato e di un’infanzia sfortunata e infelice.». Il punto è che il dittatore cileno non è Pino Chet, ma Pinochet (inteso come cognome, nome Augusto).
Discussione particolarmente accesa alla Camera dei Deputati con, all'ordine del giorno, la ratifica dell'accordo Italia-Francia per la TAV, di cui il M5S è forte oppositore. Tra i grillini, l'On. Laura Castelli, dopo aver chiesto la sospensione dei lavori sul tema, si è lasciata scappare un liberatorio " gesto dell'ombrello".