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Editoriali


Il pantano Siria
«Un voto storico». In questo modo il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha definito l’approvazione all’unanimità, da parte dei ministri degli Esteri dei 15 membri del Consiglio di sicurezza, della risoluzione sul disarmo degli arsenali chimici siriani. Un punto di svolta nella complicata partita diplomatica che si è giocata al Palazzo di vetro da quando gli Stati Uniti hanno minacciato l’intervento armato dopo le accuse di aver fatto ricorso alle armi chimiche rivolte al governo di Damasco nel corso degli attacchi di Goutha, alla periferia della capitale, lo scorso 21 agosto. Si tratta di un documento dal carattere vincolante, come avevano chiesto a chiare lettere Cina e Stati Uniti. «E’ una grande vittoria della comunità internazionale», avverte il presidente Barack Obama.

Tredici gruppi ribelli siriani fanno sapere di rifiutare l’autorità della Coalizione nazionale siriana. Lo hanno reso noto con un comunicato congiunto, affermando che la principale coalizione di opposizione che ha sede in Turchia non rappresenta i loro interessi. La dichiarazione, firmata anche dal Fronte al-Nusra, legato ad al-Qaeda, che guida il gruppo, chiede a tutti coloro che si battono per rovesciare il presidente Bashar Assad di unirsi sotto una “chiara cornice islamica”.  Nella nota si legge che i ribelli “non riconoscono” alcun governo futuro formato al di fuori della Siria e che le forze che si battono sul terreno devono essere rappresentate da “coloro che hanno sofferto e hanno preso parte ai sacrifici”. L’annuncio è stato riportato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani a due settimane dall’elezione di Ahmad Saleh Touma come primo ministro ad interim da parte della Coalizione nazionale siriana.  I ribelli siriani sono profondamente divisi e scontri tra gruppi rivali negli ultimi mesi hanno causato centinaia di morti, soprattutto nell’est e nel nord della Siria. I combattenti legati ad al-Qaeda sono all’offensiva contro i membri dell’Esercito siriano libero, anche se alcuni gruppi che hanno firmato la dichiarazione contro la Cns si ritrovano sotto l’ombrello dell’Esl. 

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