Mi è già capitato di affermare in altri miei editoriali che è daventi anni che in Italia nessuno si prende più la responsabilità di fare delle riforme serie. Da una parte c'è il centrodestra di Silvio Berlusconi che guarda solo agli interessi del suo capo e leggifera (male) solo su quello e dall'altra parte c'è un centrosinistra diviso in mille lotte intestine al proprio interno che per andare avanti ha bisogno di sentirsi il meno peggio.
Incredibile il Pd, ad ogni situazione caccia la testa sotto la sabbia e spera che il pericolo sia passato (in realtà non credo si possa parlare al singolare). Ogni decisione è laboriosa ed è sempre un compromesso al ribasso, perchè bisogna mediare tra le varie anime edognuna di essa sta bene attenta a non avvantagiare per niente l'altra. Così Guglielmo Epifani, un segretario pro tempore, che molti vorrebbero a tempo indeterminato solo per non cambiare lo status quo, cerca di tenersi in equilibrio tra il nuovo (che ormai più tanto nuovo non è) di Matteo Renzi e quel che resta della vecchia gerarchia che si aggrappa disperatamente a Enrico Letta per quanto riguarda il governo e a Gianni Cuperlo (triste vittima sacrificale) per quanto riguarda la guida del partito.
Il risultato di questi disastrosi manager è che l'Italia a passo spedito si stà impoverendo, deindustrializzando e anche svuotando. Mi vengono in mente quegli spot-parodia che Paola Cortellesi faceva, qualche anno fa, a "Parla con me" in cui invitava a ridiscutere anche dei diritti acquisiti più ovvi. E' questo purtroppo lo stato dell'Italia: l'immobilismo più totale che confrontato ai passi avanti (anche tiepidi) degli altri si trasforma in passi indietro.
Questo si riscontra anche nelle numerose aziende storiche italiane che vengono vendute a società straniere. In questi giorni ci sono due casi eclatanti. Alitalia già da tempo nel mirino di Air France e dopo numerosi tentativi di salvataggio da parte di governi passati starebbe per finire definitivamente nelle mani dei francesi. Dopo cioè sei miliardi di euro che a metà degli anni duemila Berlusconi impose come tasse agli italiani adesso Air France potrebbe farla sua solo con 150 milioni. C'è anche il capitolo Telecom Italia che sta per essere conquistato (svenduto) alla sua concorrente storica (la spagnola Telefonica) che compete con lei su molti mercati mondiali. Solo questo fa capire le conseguenze.