Aung San Suu Kyi è diventata Premio Nobel nel 1991, incarcerata dalla giunta militare al potere nel suo paese, dopo aver vinto le elezioni politiche l'anno prima e solo nel 2010 riacquistò la sua libertà (ritirando poi il suo premio nel 2012).
Suu Kyi ha smesso quindi di essere "la signora del lago", colei che con forza e costanza, pur senza violenza si opponeva alla giunta militare ed è scesa in campo, ottenuta la disponibilità della giunta militare alla democratizzazione del paese. Ma la sua immagine da allora è cambiata tanto e in questi anni leggo molte critiche al suo personaggio e spesso per motivi opposti.
Quando era ancora in prigionia la si criticava perchè era dura e rigida nelle sue posizioni e si sosteneva che se voleva cambiasse qualcosa avrebbe dovuto mostrarsi più disponibile con la giunta militare e non criticare tutto quello che effettivamente bene non andava. Poi, a sorpresa, viene liberata e accetta di "rientrare" in politica e di cooperare con la giunta che a sorpresa a accettato di fare veri cambiamenti, anche se lenti, ma costanti. E qui si dice che si è compromessa e che si è "sporcata" con le stesse persone che lei ha combattuto per anni in quella casa sul lago (si sa i duri e puri ci sono dappertutto). Nel frattempo ha ottenuto, ad esempio, le elezioni amministrative considerate democratiche e la diffusione di giornali liberi. Adesso di lei si dice che non è davvero vicino alla popolazione e che non capisce i bisogni delle minoranze e che se anche vincesse le proprie elezioni poliche non riuscirebbe mai a governare il paese (i soliti pregiudizi a prescindere verso le donne?).
Io penso che sia una donna che ha fatto molto per la democrazia nel suo paese, e non credo fosse ipotizzabile che riuscisse ad ottenere quanto fatto fin ora. Credo però che la vera democrazia non la ottiene una persona sola e che i suoi detrattori (birmani) dovrebbero fare meno gli stuzzi e magari indirizzarla nel senso da loro desiderato o scegliersi un'altro rappresentante. Lamentarsi, ma poi al momento del fare mettere la testa sotto la sabbia, non serve a niente. Anche se è piuttosto comodo.