Dimissioni: si è conclusa così la breve parentesi al governo di Josefa Idem, travolta dalla bufera dei presunti abusi edilizi e dell’Ici a Ravenna, la città in cui vive. La plurimedagliata ex canoista - tedesca diventata italiana per matrimonio, primo campione olimpico in Italia a diventare ministro - ha rimesso nella mani del premier Enrico Letta l’incarico: «Oggi pomeriggio, nel corso di un incontro a Palazzo Chigi, Josefa Idem, Ministra per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, ha presentato le sue dimissioni al Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, che le ha accolte»: ha annunciato a sera una nota diffusa dal ministero delle Pari Opportunità.
«Ho preso atto della volontà irrevocabile del ministro Idem di rassegnare le dimissioni - ha aggiunto Letta -. Sono convinto che emergeranno rapidamente, e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Idem e per i quali l’ho scelta». «Ho voluto condividere con Letta le mie dimissioni - il commento della Idem in una dichiarazione - avevo già deciso da giorni, dopo accuse e insulti». «Come Ministra - ha spiegato - ho tenuto duro in questi giorni perché in tanti mi avevano detto che questi momenti fanno parte del “gioco”. La “persona” Josefa Idem, già da giorni invece, si sarebbe dimessa a causa delle dimensioni mediatiche sproporzionate della vicenda e delle accuse aggressive e violente, nonché degli insulti espressi nei suoi confronti». «Quando sono salita dal Presidente Letta avevo già maturato la decisione di dimettermi - ha spiegato ancora la Idem - ma ho comunque voluto condividere con lui l’attenta valutazione del quadro venutosi a creare ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi».
Che le dimissioni fossero lo sbocco della vicenda lo si era già intuito ieri dopo che Letta in tv aveva annunciato per oggi un incontro con la Idem. Il premier aveva spiegato che bisogna «essere garantisti e garantire opportunità e rispetto delle regole» come «elemento chiave del nostro governo»: ma «nessun doppio standard». Solo sabato, però, la Idem aveva tenuto un’appassionata difesa in una conferenza stampa a Palazzo Chigi: «Io sono una cittadina onesta». E aveva respinto, allora, ipotesi di dimissioni. «Vista l’irrilevanza dei fatti, in Germania nessuno si sarebbe dimesso e non mi dimetto». Ma da più parti, anche dentro il Pd, con cui la campionessa è stata eletta al Senato come capolista in Emilia-Romagna, era partito un pressing per rimettere il mandato.
Intanto è cominciata anche formalmente l’inchiesta della magistratura di Ravenna sul caso. Sono partite le verifiche della polizia municipale sulla residenza-palestra della Idem a Santerno, nelle campagne ravennati. Al vaglio della sezione di polizia commerciale sia la parte relativa ai presunti abusi edilizi che sulla destinazione d’uso della palestra, oltre alle dichiarazioni del ministro sulla residenza. Il fascicolo, secondo quanto riferito dal procuratore capo pro tempore Isabella Cavallari, è stato aperto come modello 45, cioè senza ipotesi di reato. Peraltro potrebbe aprirsi un altro fronte, relativo agli oneri previdenziali, per 8.642 euro, che il Comune di Ravenna aveva corrisposto all’allora assessore allo Sport Josefa Idem alla luce dell’assunzione dell’olimpionica da parte del marito-allenatore, Guglielmo Guerrini.