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Editoriali


Francesco, il Papa progressista solo a parole
Il cardinale di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio è stato eletto Papa e ha scelto il nome di Francesco. Ama Beethoven, il tango, il calcio, i Promessi Sposi e la Divina Commedia. Si è sempre battuto per i più poveri. Niente nozze gay, niente adozioni per le coppie di omosessuali, niente aborto, niente aperture per i metodi contraccettivi. Chi da Papa Francesco si attende cambiamenti dal forte “impatto sociale”, rimarrà deluso.

L’entusiasmo dei fedeli di tutto il mondo per l’elezione del nuovo Papa, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, è stato forte e intenso, ma rischia di smorzarsi già da subito. L’entusiasmo della Chiesa, del Vaticano, ovviamente no, perchè per ora il pensiero comune è che Papa Francesco possa far bene soprattutto alla Chiesa stessa, per l’immagine sporcata negli ultimi due anni, per rappresentare una ventata di rinnovamento. Infatti ai cardinali che chiedono di abolire la messa in latino voluta da Ratzinger risponde picche.

Un "Papa povero", che si preoccupa dei problemi dei poveri. Un Papa che, mai successo prima, arriva dal Sudamerica, “dalla fine del mondo”, per usare le sue parole. Un Papa che di sicuro avrà un grande impatto sul sociale e che magari riuscirà nella missione cominciata da Karol Wojtyla, e poi quasi del tutto abbandonata da Joseph Ratzinger, quella di avvicinare i giovani, i giovanissimi, alla Chiesa e alla preghiera. Ma chi con “impatto sul sociale”, si aspetta possibili aperture a vicende delicate come le nozze gay, metodi contraccettivi, aborto, rimarrà deluso. Il Papa, per quanto possa sembrare innovatore, spigliato, giovane nei pensieri e nei modi, è sempre e comunque il Papa. Rappresenta la Chiesa. E se avesse dimostrato aperture di quel tipo, magari neanche sarebbe stato eletto.

E questi sono i fatti ...

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