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Editoriali


Il M5S dal web alla realtà
Prima di arrivare in Parlamento il Movimento 5 Stelle ha aperto molte discussioni sui suoi blog in merito alle riforme da fare una volta sarebbe entrato; ma cosa rimane adesso? Cercherò di fare una breve analisi della situazione attuale, dando comunque atto al movimento che ha potuto svolgere solo 3 mesi di lavoro parlamentare.

Anche se il governo non c'era ancora il Parlamento era operativo e funzionava (anche senza commissioni). I deputati erano quindi comunque in grado di presentare ddl da porre in discussione. Tutti i gruppi hanno dato il loro contributo e lo stesso ci si aspettava da una nuova numerosissima forza appena entrata in Parlamento con tutta la sua forzxa prorompente (almeno dai proclami) piena di novità e di voglia di cambiamento. Su 1.168 ddl presentati quelli del M5S sono 12. Considerando che molti verranno accorpati e altri non arriveranno mai in discussione sono davvero pochini. Ma almeno saranno buoni? Vediamo. Gli argomenti sono: Contributi pubblici alla stampa, Ordine dei Giornalisti, voto di scambio e matrimonio gay.  Argomenti sicuramente importanti, ma possibile che i cambiamenti annunciati si riducano solo a questo?

Ma la vita parlamentare dei pentastellati fin qui si è sopratutto contraddistinta per la denuncia del fatto che non si è voluto procedere (da parte degli altri gruppi) all'elezione delle commissioni parlamentari prima della formazione di un governo. E' stato loro spiegato che finchè non si sarebbe formata una maggioranza e una opposizione stabile (e quindi un governo) sarebbe stato difficile formare degli organismi che tradizionalmente per garanzia costituzionale sono affidati o alla maggioranza o all'opposizione. Ma il M5S non ha voluto sapere ragioni ed è arrivato ad inscenare un'occupazione del Parlamento; che poi si è subito trasformata nell'occupazione delle sale a loro affidate, poi l'orario è diminuito al solo lavorativo e infine dopo il secondo giorno e le molte polemiche sui giornali hanno abbandonato l'idea.

Quello che sicuramente ha contraddistinto il Movimento 5 Stelle è stata la volontà di dare il buon esempio riducendo i costi della politica a partire dagli emonulmenti dei (loro) deputati. Prima dell'entrata in Parlamento si era deciso che i deputati pentastellati avrebbero preso solo 2.500€, po diventate 5.000€ e il resto lo avrebbero restituito; ma una volta seduti tra gli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama hanno deciso di alzarsi lo stipendio a 6.000€ (che comunque con l'aggiunta di diaria e rimborsi vari arriva a 16.000€ mensili). Ma via web c'è una nuova protesta. E' stata contestata la decisione di Grillo e Casaleggio della restituzione di almeno metà dello stipendio e si è votato a maggioranza che solo chi vorrà li restituirà, li altri potranno tenerseli tutti. Secondo voi come finirà?

Fronte democrazia interna. Il metodo è sempre lo stesso: democrazia diretta anche nelle epurazioni. Federica Salsi e Giovanni Favia prima ancora di arrivare in Parlamento; Valentino Tavolazzi (bloccata la sua nomina ad assessore a Parma), Marino Mastrangeli (per troppa tv), Antonio Venturino (deputato siciliano perchè non vuole dimezzarsi lo stiperndio). E chissà quanti altri ce ne saranno in futuro ...

Ma anche sul fronte organizzazione del partito qualcosa bolle. La giornalista che era arrivata prima alle quirinarie Milena Gabanelli ha fatto un reportage nella sua trasmissione Report in cui si chiedeva a Grillo conto dei finanziamenti al suo blog; il web che due mesi fa la osannava, adesso si è duramente spaccato con la maggioranza che affermava che si era venduta ai "Pd più meno elle". Lei ha risposto che fa la giornalista. Grillo, invece ha risposto dicendo che il suo blog è in perdita e che queste ultime vengono colmate dalla società di Casaleggio.

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